E' Natale perché è arrivata la bancarella di Sergio Baroni con vischio e pungitopo

Da oltre 50 anni, a Rovereto, Sergio Baroni è l’immagine stessa del Natale: all’angolo fra via Rosmini e via Stoppani, immancabile, vende sulla sua bancarella agrifoglio, corone d’abete, pungitopo e vischio.

La gente si ferma, chiede informazioni, e lui sorride, scherza, ha un consiglio prezioso per ognuno: «Il pungitopo va tenuto in acqua, perché assorbe dal gambo - spiega - mentre il vischio non ha radici, e per farlo stare bene bisogna spruzzarlo con l’acqua ogni giorno. Meglio ancora se lo si tiene al fresco, almeno lontano dai caloriferi».

Mezzo secolo e più che ogni Natale Baroni vende le sue piante. «Ma io mi ricordo - riprende Sergio, 68 anni - di quando andavo a raccogliere le piante con mio padre Remo e mio zio Aldo. Ero un bambino ma è come se fosse ieri: andavamo in corriera fino a Besenello e da lì su a piedi fino in Scanuppia per raccogliere il vischio che cresceva sui pini silvestri. Lo mettevamo su dei rami legato con del fil di ferro perché non si rovinasse. Poi lo sistemavamo nel bagagliaio e così tornavamo in città per venderlo. L’agrifoglio, invece, lo trovavamo nella zona di Passo Buole, sui Lessini».

Quando la Forestale vietò la raccolta, Sergio aprì il suo vivaio. «Ora il vischio - spiega - mi cresce sul sorbo, la rosa, il melo, il pero, il biancospino. Per piantarlo si parte dalla bacca matura raccolta su una pianta di bosco, generalmente pino silvestre, e la si innesta su un’altra corteccia. Poi, ogni pianta ha le sue caratteristiche».

Simbolo di grande forza interiore, il vischio ha sempre colpito per la sua capacità di vivere quasi «in eterno», ma la sua crescita è estremamente lenta: ecco perché è una pianta preziosa. «Ora gode di un grande successo: sono soprattutto i turisti dei mercatini che si fermano per fare le foto e baciarsi sotto le bacche beneauguranti», scherza Sergio.

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