Sgarbi ha vinto ancora: arriva Panizza

di Matthias Pfaender

Domani il "funzionario provinciale semplice" Franco Panizza prenderà possesso del suo nuovo ufficio in Palazzo Alberti, su corso Bettini, ed entrerà ufficialmente in forze al Mart. In effetti, avrebbe dovuto farlo già l'altroieri, ma il ponte di Ognissanti ha fatto slittare il suo ingresso sotto la cupola di Botta di qualche giorno. Così, dopo quasi sette mesi di polemiche, anche feroci, il trasferimento di un dipendente provinciale più complicato che la storia recente ricordi arriverà finalmente a conclusione.
Era infatti il cinque maggio scorso quando l'Adige dava la notizia del prossimo ingresso dell'ex senatore nello staff del nuovo Mart sotto la presidenza di Vittorio Sgarbi. Un articolo che suscitò un vero terremoto di polemiche, e notevoli maldipancia nella base leghista, che nell'esponente del Patt vedeva - e del resto vede ancora oggi - un acerrimo avversario politico, simbolo della vecchia gestione di Piazza Dante che il vento salviniano aveva finalmente spazzato via. Immediato quindi fu il comunicato di smentita da parte dell'assessore alla Cultura Mirko Bisesti, che per via ufficiale (un comunicato della giunta provinciale) e per via ufficiosa (la sua pagina facebook) smentì l'Adige, assicurando che Panizza al Mart era una mera invenzione giornalistica. Ma in questi sette mesi il lavorio dietro le quinte di Fugatti e quello sotto l'occhio del riflettore di Sgarbi hanno portato a casa il risultato: il dipendente provinciale Panizza da oggi è al servizio del Mart.
Cosa ci sia venuto a fare, non è completamente chiaro. Da un lato c'è Sgarbi (che verso la fine delle trattative con la giunta è arrivato a minacciare le sue dimissioni se l'amico Franco non fosse stato messo a sua disposizione) che parla dell'esigenza di Panizza come "geografo" a disposizione del museo, la figura apicale di un progetto di diffusione del patrimonio artistico di Corso Bettini nel resto del Trentino: una sorta di museo diffuso, capace di caratterizzare in chiave cultural-turistico tutta la Provincia con la distribuzione in tante sedi distaccate consone dei propri capolavori. In quest'ottica, Panizza è indicato come l'esperto che dovrà identificare le nuove sedi. Ma dall'altro lato ci sono i tanti, vicini al Mart, che vedono in Panizza l'arrivo del "salvatore" del museo nell'ottica dei rapporti con le borse della Provincia, specialmente dopo la riforma del settore museale trentino, che ha messo in un solo capitolo di bilancio tutte le risorse dedicate ai musei in generale: un monte finanziario che si deve saper "aggredire" con competenza, vista anche la più che agguerrita concorrenza degli altri istituti di cultura, Muse in testa. E nel sapersi muovere tra i gangli della macchina provinciale Panizza è un riconosciuto maestro.
Per parte sua Panizza si dice molto contento di entrare in servizio al Mart. «Non vedo l'ora di cominciare. Sono pronto a riversare tutto il mio impegno per raggiungere gli obiettivi che il Mart vorrà porsi. Le mie svariate competenze messe insieme in una vita di lavoro tra il mondo dell'arte, della cultura, della politica e dell'amministrazione pubblica sono a disposizione». «So che potrò essere utile nel rafforzare i rapporti del museo con il territorio, ma anche con la Provincia. Dagli anni di Roma, in senato, mi sono fatto una certa fama di "sgobbone" (arrivò a scrivere ai vertici di Palazzo Madama di permettergli di restare in ufficio oltre i limiti del normale orario, ndr ) e so che diverse persone sono contente del mio arrivo in corso Bettini. Mi spiace che da quando è uscita la notizia di un mio possibile avvicinamento al Mart il dibattitto pubblico scatenatosi abbia riguardato non le potenziali positività che il mio ingresso poteva portare al museo ma argomenti che nulla hanno a che fare con l'arte e la cultura. Si è anche detto che il mio arrivo al Mart sarebbe stato parte di un fantomatico "accordo" tra Patt e Lega in vista del 2020, e un sacco di altre cose campate per aria. Io andrò a Rovereto solo per fare il bene del museo, e ne sono entusiasta, perché in tanti ambiti in cui ho operatro quello della cultura è quello che mi ha dato più gratificazioni, perché ti coinvolge come nessun altro».

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