Comunali di Rovereto: il centrodestra vuole Sala (ma i leghisti mugugnano)

di Nicola Guarnieri - NO

Mancano ancora alcuni mesi ma sottotraccia si lavora alacremente per tentare l’assalto a palazzo Pretorio la prossima primavera. Le elezioni comunali, d’altro canto, attendono di sfatare un tabù tutto roveretano oppure, al contrario, di confermarlo: la mancata rielezione del sindaco uscente da quando c’è la nomina diretta da parte dei cittadini. Nessun primo cittadino, pur ripresentandosi, è mai stato confermato scontrandosi con le rie urne. Francesco Valduga seguirà questa prassi o riuscirà a bissare il mandato?

La strada, sulla questione, ha già iniziato a parlare. Tra sostenitori e denigratori, però, è pari e patta. Si deve quindi attendere l’ufficialità dei concorrenti, di chi sceglierà di gareggiare per la poltrona più prestigiosa della città.
Gli occhi, in questo caso, sono puntati quasi tutti sul centrodestra, forte di una Lega devastante e acchiappaconsensi ovunque in Italia, anche nell’ex «odiato» Meridione.
Le ultime consultazioni - politiche ed europee - hanno lanciato il Carroccio in testa alla classifica dei gradimenti ed è quindi naturale che a guidare la coalizione sarà la Lega. Ma manca un nome forte, che a livello comunale è indispensabile perché il traino della pancia lascia il tempo che trova.
Un big spendibile - di ispirazione leghista ma non militante, questo l’identikit tracciato dallo stesso partito - non si trova. Ma la novità c’è ed è oltremodo ghiotta. In una cena tra esponenti di spicco del centrodestra roveretano, infatti, è spuntato un nome alternativo che ha già alimentato i «rumors» prima ancora di diventare di dominio pubblico. Sul tavolo della coalizione che, stando ai numeri, dovrebbe contrastare Valduga, c’è un candidato che di destra, fino ad oggi, ha davvero poco ma che sarebbe stato «imposto» nientepopodimenoche dall’Unione commercio e turismo. Il presidente Marco Fontanari, in altre parole, vorrebbe un suo uomo alla guida della città per rilanciare l’economia. E la scelta è caduta su Cristian Sala, già vicesindaco con Roberto Maffei, di ispirazione socialista (come per altro Silvio Berlusconi agli esordi politici), e organico a Confcommercio.
Gli alleati, dopo un paio di cene preelettorali, avrebbero appoggiato la scelta, anche per il profilo del candidato: giovane, capace, esperto e moderato. Gli unici mal di pancia sarebbero quelli del socio di maggioranza, la Lega appunto. I duri e puri di Pontida, infatti, di votare uno che, ancorché nel secolo scorso, viene da sinistra e dunque non rispetta la precedenza non ne vogliono sapere. Ma questo ostacolo potrebbe essere superato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti che dopo aver sondato il terreno con Achille Spinelli sarebbe disposto ad appoggiare Sala.
In verità, sul tavolo sarebbe stato messo un altro nome, quello della responsabile della casa di riposo Vannetti Daniela Roner, area Patt ma questo non disturba. Questa scelta sarebbe però più difficile e quindi i fari sono puntati tutti, o quasi, su Cristian Sala.
Certo, la Lega sperava in Spinelli ma l’assessore provinciale allo sviluppo economico ha sempre storto il naso anche se, alla fine, di fronte alle richieste dei vertici avrebbe anche detto sì, pur di malavoglia. Ma per vincere servono voti e Confcommercio li ha. Per questo Fontanari ha sponsorizzato Sala, l’unico in grado di contrastare Valduga e, soprattutto, l’unico che già conosce il Palazzo.
Dall’altra parte della barricata, area centrosinistra, per ora tutto tace. Il Pd è diviso, non è certo una novità, e gli alleati storici vanno cercati su Google Map. Insomma, in casa della Rovereto storica è ancora buio. Non tanto sul nome da proporre come candidato sindaco ma sulla coalizione. E non si può escludere un clamoroso ritorno, quello di Donatella Conzatti: già segretaria dell’Upt poi traghettata in Forza Italia ed ora accasatasi con Matteo Renzi in Italia Viva. Un ritorno al centrosinistra che, in mancanza di alternative, potrebbe essere spendibile alle comunali. Anche perché, considerando che la palla è in mano al Partito democratico, trovare un nome che accontenti tutti è davvero difficile. E rischia di tradire l’anima secolare di Rovereto che, per vari motivi, è sempre stata di sinistra, non fosse altro che per irridere il principe vescovo di Trento, conservatore per antonomasia.
Da questa parte della politica cittadina, in verità, c’è chi spinge sul tasto Andrea Miorandi, l’unico innovatore democratico che l’urbe è riuscita a mandare sul campo. E poi c’è l’ex vicepresidente della Provincia Alessando Olivi che si trincera dietro il no comment ma che i «dem» lagarini vorrebbero al comando del Comune.

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