Canile Pan Eppaa, ultima chance In 30 anni salvati 10mila cani

Sembra ormai agli sgoccioli la vicenda del canile PanEppaa. Ancora pochi giorni e sapremo se la proposta presentata dai gestori per risolvere i problemi del canile privato, situato nella zona ai Fiori, in cui non vi sono acqua corrente e luce, ha convinto gli uffici tecnici del Comune, soddisfacendo i parametri necessari. «In caso contrario – ha spiegato il sindaco Francesco Valduga alla Finestra per la città, all’Urban center l’altra sera – ci comporteremo di conseguenza». L’allusione è probabile faccia riferimento a un’azione più decisa da parte del municipio, che metterebbe la parola fine a un lungo confronto fra la struttura privata e l’amministrazione.

L’occasione per affrontare l’argomento è partita da un intervento, dalla platea, di Guido Piffer, che chiedeva a quale punto fosse il duello fra il canile ai Fiori, PanEppaa e piazza Podestà.
Come noto, la struttura che ospita i randagi in via delle Zigarane è stata il primo canile del Trentino e per decenni ha svolto la sua funzione nel generale apprezzamento degli amanti dei cani e degli amministratori pubblici. Fondata da Aldo Candioli ben trentuno anni fa, ha raccolto nel corso degli anni circa 10mila cani. Ma il canile ha ormai fatto il suo tempo, necessita di essere messo a norma. Innanzitutto di avere acqua corrente e luce.

Infatti, ha confermato lo stesso Valduga: «PanEppaa ha rappresentato la storia dell’affacciarsi di una nuova attenzione verso il mondo animale. Ma dopo, con il nuovo canile comunale (la struttura alla Mira, ndr), si è rinnovata una nuova concezione dell’accoglienza. Così è diventata più evidente la situazione di precarietà di Paneppa, costruito da un privato e su un’area privata».

«Abbiamo manifestato la massima attenzione su questo problema - ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Carlo Plotegher -. Intanto abbiamo chiesto a PanEppa di non far entrare altri cani. Non solo, in un recente incontro negli uffici comunali, i gestori avevano dichiarato di essere disponibili a fare una nuova proposta. A questo punto non resta che aspettare la valutazione tecnica. La nostra preoccupazione è quella di garantire standard accettabili per gli amici a quattro zampe. Allo stesso tempo dobbiamo assicurarci che la struttura risponda ai requisiti previsti dalla legge. Nel 2016 il canile PanEpaa ospitava circa 40 cani, ora sono una quindicina. Non è pensabile alcun tipo di ordinanza che chiuda dall’oggi al domani una struttura come il canile ai Fiori. Dobbiamo tutelare quegli animali che sono custoditi. D’altronde lo stesso canile comunale è saturo e difficilmente potrebbe dare asilo ad altre unità. L’amministrazione mantiene il suo profilo di equidistanza non favorisce né penalizza nessuno».

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