Rovereto dice no alla Valdastico: in Consiglio 23 voti contro 1 e Dalzocchio irride 3 mila cittadini

Il consiglio comunale di Rovereto non vuole il completamento della A31 a Rovereto sud. Con 23 voti favorevoli su 24 - ieri sera a mezzanotte dopo una lunga seduta di dibattito sul tema - l’aula ha approvato un ordine del giorno in cui si giudica l’innesto della Valdastico a sud del capoluogo lagarino, ipotizzato nel progetto di fattibilità, non supportato da studi sufficienti e si legge ancora nell’atto: «Si invita il presidente della Provincia a desistere dall’ipotesi di tracciato già individuata».

In aula erano presenti anche i comitati «No Valdastico» della Vallagarina, che hanno già raccolto oltre 2200 firme presentate in comune contro il progetto della A31.

Unico consigliere ad esprimersi a favore dello sbocco autostradale a Rovereto sud l’esponente del carroccio Viliam Angeli, la Lega infatti è da sempre favorevole al completamento dell’infrastruttura che collegherebbe l’Autobrennero con il vicentino.
Ad infiammare l’avvio di serata, le dichiarazioni incendiarie della leghista Dalzocchio, già presidente del consiglio comunale roveretano: «Tremila firme? E allora? La maggioranza è chiaramente con noi, a favore della Valdastico». Un «chi se ne frega» in puro stile salviniano.

La consigliera leghista Mara Dalzocchio è andata oltre: «Rimango molto meravigliata dal fatto che si dia tanto spazio alle tremila firme raccolte senza però ricordare un passaggio fondamentale su questo argomento. Mi riferisco al fatto che lo scorso ottobre, con un programma elettorale in cui si poteva leggere un inequivocabile “sì alla Valdastico”, il presidente Maurizio Fugatti e la Lega proprio a Rovereto hanno ottenuto il consenso e la fiducia della maggioranza dei roveretani. Consenso cresciuto ulteriormente nel corso delle ultime elezioni europee del maggio di quest’anno, facendo della Lega, appunto, il primo partito della città».

Non solo. Anche gli altri territori potenzialmente toccati dalla Valdastico con uscita a Rovereto Sud - prime tra tutti le Valli del Leno - hanno premiato a grande maggioranza il partito di Salvini. «Se la matematica non è un’opinione, e se la democrazia, intesa come governo della maggioranza, conta ancora qualcosa, è chiaro che la Valdastico vada realizzata, perché questa è la chiara volontà della maggioranza dei cittadini di Rovereto».

Innegabile che il ragionamento di Dalzocchio contiene buona parte di verità. E se e quando le ruspe inizieranno a forare il Pasubio, gli elenchi dei voti, collegio per collegio, saranno un’arma più che efficace per smorzare le proteste. Perché prima dei “social”, dei banchetti di raccolta firme e del bancone del bar, la prima forma di espressione della volontà popolare è il voto. E i territori toccati dal tracciato che i tecnici dell’A4 stanno disegnando su carta millimetrata si sono espressi molto chiaramente a favore della Lega, due volte in un anno.

Ma le dichiarazioni di Dalzocchio, piuttosto aspre anche per gli standard leghisti - tremila firme raccolte a Rovereto non possono essere ridotte allo strepito ininfluente di una minoranza - hanno suscitato reazioni altrettanto veementi. A cominciare dal M5s, che con il consigliere provinciale Alex Marini definisce la tesi di Dalzocchio «una sciocchezza, che però ha il pregio di far luce su cosa certi esponenti leghisti intendano col termine democrazia: chi vince comanda e tutti gli altri devono stare zitti, anche se l’elezione in questione c’entra poco o nulla con le questioni che si vorrebbero approvate dai cittadini. A Mara Dalzocchio sarebbe facile rispondere - sottolinea Marini - che la stragrande parte dei cittadini di Rovereto che hanno votato Lega alle provinciali e alle europee non lo hanno certo fatto perché volevano lo sbocco della Valdastico sotto casa».

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