Ha il figlio malato, è senza ferie ma i colleghi gliele «regalano» per farlo restare con lui

di Chiara Zomer

Non ha più ferie per accudire il figlio malato, i colleghi di lavoro gli regalano le loro, e l’azienda fa altrettanto. Risultato: sei mesi di tempo per stare accanto al bambino. È accaduto alla Metalsistem di Rovereto, dove il concetto di solidarietà è stato declinato in modo pratico.
Dal mondo del lavoro spesso in questi anni sono arrivate notizie poco edificanti, in un triste slalom in cui le porte sono state difficoltà occupazionale, cassa integrazione, in molti casi mobilità. Un tunnel da cui molte aziende sono uscite, non tutte. Un tunnel che tuttavia non ha eliminato la solidarietà tra colleghi. Dove c’era prima, c’è anche adesso. Ecco, Metalsistem è sempre stato un mondo a parte. Nelle vertenze - per la verità rare - in via del Garda si è sempre dimostrata una tenuta granitica. Se c’era da farsi sentire, lo si faceva in massa, tutti insieme. L’ultima volta che hanno voluto dire qualche cosa, da quelle parti, hanno letteralmente inchiodato la rotonda di via del Garda. È un’assemblea così, come ce n’erano una volta. Là si vince o si perde tutti insieme. Un concetto che coinvolge anche l’azienda, con cui i rapporti sindacali sono estremamente buoni.
Uniti, i lavoratori, lo sono anche quando serve dare una mano. E lo hanno dimostrato in queste settimane. Il caso è un caso piuttosto sfortunato: un dipendente ha un figlio che purtroppo si è ammalato. Ha bisogno di assistenza per le cure, ha bisogno dei suoi genitori vicini. E il papà, un operaio di origini pakistane da qualche anno alla Metalsistem, ha dato fondo a tutte le possibilità che gli offriva il contratto: ferie, permessi, tutto. Ma ad un certo punto ha finito ogni opzione.
La prospettiva era quella di tornare al lavoro, ma lasciare il figlio senza poterlo assistere, o licenziarsi. E invece una terza via è stata trovata, grazie ai lavoratori. Non appena hanno saputo la situazione, si sono offerti di optare per le ferie solidali. È quell’istituto per cui i dipendenti possono rinunciare ad alcuni giorni di ferie, da «regalare» ad un collega.
Ovvio, dal punto di vista burocratico, poteva creare qualche problema. Ma ci si è impegnati tutti. E per tutti si intende tutti: i lavoratori in primis, che hanno avuto l’idea, il sindacato, con la Cgil e Michele Guarda che ha trattato con l’azienda, e la stessa Metalsistem, che davanti ad una richiesta non solo ha cercato una soluzione, ma ha fatto di più. Ci ha messo del suo.
La proposta dell’azienda è stata generosa: tutti i giorni di ferie «regalati» dai lavoratori sarebbero stati accettati e girati all’operaio che ne aveva bisogno. E l’azienda avrebbe fatto la sua parte, aggiungendo un numero identico di giorni di ferie in più. Insomma, una gigantesca operazione solidarietà, che ha portato frutti: i lavoratori hanno offerto, in tutto, tre mesi di ferie. Altrettanto ha fatto l’azienda. E l’operaio pakistano avrà sei mesi per accudire il figlio. Un esempio, alla fin fine, di come quando ci sono le condizioni e quando le relazioni sindacali sono improntate sul reciproco rispetto, si possono fare anche cose importanti, ampiamente al di là della gestione ordinaria. «Ma noi facciamo questo e anche altro» commenta il patron Antonello Biosi, facendo riferimento sia alla coesione della manodopera sia alla disponibilità dell’azienda verso le istanze dei lavoratori. «È una bella cosa, come ne accadono più spesso di quel che si immagina tra lavoratori - sono le uniche parole di Michele Guarda, Cgil - il merito va prima di tutto ai lavoratori, che hanno avuto l’idea, e all’azienda, che ha contribuito con generosità».

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