Sant'Ilario, i residenti regalano la Via della Manega al Comune (così ripara le buche)

di Nicola Guarnieri - NO

Quando si passeggia in città, qualunque sia la via che si batte, non si pensa mai al proprietario della strada. «Sarà il Comune», verrebbe da pensare di fronte all’interrogativo. Invece non è sempre così. Ci sono vie che risultano private. O, meglio, che dovrebbero essere state intavolate come municipali svariati decenni or sono ma per qualche intoppo comunicativo risultano di altri proprietari, non certo pubbliche. E a farne le spese sono i residenti, coloro che abitano su quelle piccole arterie inserite nello stradario compilato dai funzionari municipali. Che non sono mica poche! La mappatura predisposta da palazzo Pretorio, infatti, ne ha registrate venti. E ognuna, non essendo pubblica, è da sempre in balia di se stessa, con tanto di buche non rattoppate e ghiaccio e neve lasciati sull’asfalto perché non rimossi dai mezzi comunali. Non certo per ripicca, si badi bene, ma appunto proprio perché strade private.
Adesso, però, le cose stanno cambiando. In piazza del Podestà hanno stilato l’elenco delle arterie che, pur inserite perfettamente nella labirintica ragnatela viaria urbana, non sono «cosa di tutti» ma solo di alcuni abitanti.
Lo scopo è riportare tutto a casa proprio per evitare ancora disagi agli utenti-residenti.
Il primo passo è stato formalizzato con l’acquisizione di via alla Manega a Sant’Ilario. Un passaggio di consegne dal pubblico al privato, in questo caso, caldeggiato da una petizione popolare con tanto di raccolta firme. Che, ovviamente, hanno avviato l’iter di esproprio tanto più che, da almeno vent’anni, di alcune opere necessarie si è occupata proprio piazza del Podestà. I tanti abitanti della via (178 proprietari tra semplici cittadini e imprese) non hanno certo impugnato il provvedimento visto che l’avevano caldeggiato proprio loro. E così l’iter ha finalmente completato il suo corso ed ora è arrivata la «sentenza» definitiva: via alla Manega è, a tutti gli effetti, una strada del Comune di Rovereto. L’ultima parola, per restare fedeli alla burocrazia, l’ha pronunciata il tribunale firmando il decreto tavolare che sancisce il passaggio di consegne.
Quel nastro d’asfalto malmesso che corre parallelo alla statale del Brennero a valle del parco dell’Itt Marconi, dunque, è ora inserito nell’elenco dei beni collettivi. La piccola arteria, per capirci, è quella che collega via Monti con via Ischia.
Lì sotto, tra l’altro, ci sono sono reti pubbliche, cavidotti, gas, acquedotto e, quindi, di fatto era già una strada pubblica.
La nuova strada comunale potrebbe aiutare a decongestionare il traffico all’ingresso Nord della città ma gli ambiti di manovra, ahimè, sono ristretti. «Purtroppo non si può allargare anche se ci avevamo pensato per la viabilità alternativa. - conferma l’assessore ai lavori pubblici Beppino Graziola - Però può essere utile sfruttandola, all’occorrenza, a senso unico in caso di lavori sulla statale o, appunto, di traffico paralizzato. Intanto, comunque, è utile per raggiungere il nuovo parco di via Stroperi».
Il regalo al municipio dei 178 ormai ex proprietari di via della Manega, dunque, rimette a posto delle storture antiche. Che, come detto, a Rovereto sono tante. Per fare un esempio, al Brione le vie Leoncavallo, Puccini e Catalani (dove abitano quasi 300 persone) i residenti per anni sono stati costretti a pagarsi la luce dei lampioni, lo sgombero della neve ed ogni qualsivoglia manutenzione. Fino a quando non si è riusciti a portarle tutte sotto l’ombrello del Comune.

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