Bevanda lagarina solidale a km 0

di Tommaso Gasperotti

La prima bevanda frizzante made in Vallagarina potrebbe essere imbottigliata e messa in commercio già in estate. Sui gusti, il giovane team di «Comunità Frizzante», il nuovo progetto di welfare a km0 che punta a sviluppare una linea di bibite gassate locali e solidali, sta ancora sperimentando.

«Ci piacerebbe creare una bevanda alla mora di gelso, pianta molto diffusa ai tempi della coltivazione dei bachi da seta ma che in alcune valli si sta cercando di recuperare, o alla rosa canina. I giorni scorsi - racconta Bianca Elzenbaumer di Brave New Alps, associazione capofila - abbiamo avuto un incontro con la sezione botanica del Museo civico. Sono emersi spunti interessanti: l'olivello spinoso, ad esempio, popolarissimo in Germania per le sue proprietà nutrienti, è una pianta spontanea che si trova anche nelle nostre zone. Così come l'angelica. O il papavero. E abbiamo scoperto l'esistenza di una felce locale la cui radice sa di liquirizia».
Tutto il processo - dall'ideazione alla produzione, dall'etichettatura alla vendita - sarà partecipativo. Come sottolineano i ragazzi di «Comunità Frizzante», progetto sostenuto dal bando welfare a km0 della Fondazione Caritro, il coinvolgimento comunitario sarà fondamentale: «Vogliamo rendere frizzante il modo in cui si vive il territorio, si fa comunità e si approccia all'inclusione sociale». Un progetto innovativo, nato in seno alla «Foresta», l'accademia di comunità che si sta insediando nell'ala nord della stazione dei treni, che ha riunito attorno a sé una rete di venti attori locali, tra enti di ricerca, istituzioni, aziende agricole, associazioni culturali e cooperative. Se la base sociale sarà, appunto, la stazione di piazzale Orsi, la sede produttiva del gruppo sarà invece a Mas del Gnac, il maso sopra Isera gestito dalla cooperativa Gruppo78. Qui, i mesi scorsi, sono state avviate le prime sperimentazioni, tra cui una bevanda gassata al gusto di rabarbaro, raccolto negli orti sociali di Comun'Orto al Brione, e una coca cola «alternativa» che, a breve, sarà la protagonista di un laboratorio aperto a tutti, in collaborazione con l'associazione Ubalda Girella e il Centro Anch'io. «Partiremo dagli oli essenziali, estratti da spezie e agrumi, per produrre una cola artigianale», raccontano Valeria Battistotti e Carlo Bettinelli.

«A breve - aggiungono i due animatori del progetto - proporremo una serie di laboratori, incontri e uscite alla scoperta del territorio lagarino». Il primo evento conviviale, dal titolo «Che gusto hanno le nostre valli?», si terrà sabato, dalle 16 alle 18.30, all'ex granaio di Nomi, dove «ideeremo i gusti di alcune bevande che vorremmo produrre assieme a voi nei prossimi mesi», si legge nella presentazione dell'evento. «Con quest'iniziativa - spiega lo staff - speriamo di coinvolgere un po' tutte le fasce d'età, incuriosendo sia i giovani che gli anziani, custodi di antiche ricette. L'idea è proprio quella di partire dalle storie del posto per creare poi, in maniera condivisa e partecipata, una gustosa bevanda. Sarebbe stupendo andare con chi vive ogni giorni il territorio a raccogliere erbe, fiori e frutti da trasformare poi in tonici e bibite gassate. Chi volesse quindi proporre una «pozione» che rappresenti il proprio paese o la propria valle non esiti a contattarci».

Gusti antichi in veste rivisitata, ma pur sempre naturali (senza l'aggiunta di conservanti e coloranti), e all'insegna dell'inclusione sociale. Mantra del gruppo: «Fare bevande per fare comunità». La prima bottiglia made in Vallagarina sarà probabilmente pronta e commercializzata in estate. Ma il progetto, di durata triennale, è in divenire. «Parte del ricavato della futura produzione - anticipano i giovani alchimisti - sarà reinvestito per rendere più inclusiva e innovativa l'offerta culturale del Vallagarina. Con l'obiettivo di rendere accessibili a tutti, famiglie con bimbi e disabili in primis, eventi ed attività del territorio».

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