Rovereto, sgominata la gang dei furti galeotto fu un bacio a San Valentino

Galeotto fu Cupido, quell'esserino mitologico che tanto piace agli innamorati. Al cuore, d'altro canto, non si comanda e questo antico adagio, stavolta, ha dato una mano ai carabinieri che sono riusciti a chiudere il cerchio su una banda di ladri seriali (24 furti accertati tra appartamenti e negozi in nemmeno tre mesi) beccando il ricettatore - il terzo «incomodo» che piazzava la refurtiva garantendo incassi alla gang - proprio mentre «smielava» con la sua bella nel giorno di San Valentino.

Era lui il boss della banda di topi d'appartamento che ha sconvolto la comunità lagarina da fine ottobre a gennaio. Una squadra familiare, con padre e figlio registi e protagonisti delle visite a domicilio e un amico a fare da valida spalla. Gente capace, professionisti del furto, in grado di violare l'intimità domestica tutto sommato senza produrre grandi danni: porte finestre forzate, usci di ingresso (anche quelli blindati) aperti come fossero bustine di zucchero e razzia totale di ori e gioielli. Solo quelli, niente elettrodomestici di valore o altri oggetti ingombranti ma solo monili, anelli e collanine, roba buona da rivendere subito ai tanti centri di acquisto per fare cassa.

In due, in verità, erano già stati arrestati dai carabinieri a fine dicembre in flagranza di reato. All'appello, però, mancava il terzo, il ricettatore, il papà che piazzava la refurtiva e la convertiva in banconote. Pulite, quindi, senza firma e spendibili in totale sicurezza. L'uomo - Sebastiano Finocchiaro di 47 anni - come detto è stato arrestato nel giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. Perché sarà pure un criminale ma gli affetti se li coltiva come tutti gli altri. E il regalo all'amata di un gioiello (a caval donato non si guarda in bocca, ma questo concetto vale solo per la fidanzata) gli è costato un soggiorno nella casa circondariale di Spini di Gardolo. Perché i militari, che lo stavano tenendo d'occhio grazie ad una certosina inchiesta, l'hanno arrestato proprio nel momento di intimità, smorzandogli in gola il canonico «ti amo».

Le manette attorno ai polsi di Sebastiano Finocchiaro - braccialetti pure quelle ma di tutt'altro valore - chiudono un'operazione dell'Arma di tutto rispetto. Perché i furti in casa e nei negozi sono quanto di più fastidioso ci possa essere per i cittadini, al di là di quanto vale la refurtiva. E proprio i cittadini hanno dato man forte all'indagine, collaborando con gli investigatori e riconoscendo i loschi figuri dalle foto segnaletiche. La tattica d'azione, d'altro canto, era abbastanza facile: sopralluoghi meticolosi per studiare le abitudini degli inquilini, annotazione degli orari di entrata ed uscita da casa e poi assalto finale al calar delle tenebre sapendo che nell'appartamento individuato non c'era nessuno. E la fuga? Niente macchine di proprietà per non incorrere nel Grande Fratello, meglio il taxi. Dopo il colpo, con il dorato grisbì ben custodito nello zainetto d'ordinanza, i mariuoli si dirigevano verso Trento proprio con un taxi e rivendevano la merce alle botteghe che comprano oro.

Alla fine, dunque, il bilancio è di tre arresti per furto aggravato e ricettazione. La banda, come detto, operava tra Rovereto e dintorni e si disfava del grisbì, cambiandolo in euro, a Trento. Individuati ed arrestati dai carabinieri, i tre uomini - Sebastiano Finocchiar o di 47 anni, il figlio Venerdando di 22 e Antonio Lo Presti di 32 anni - sono originari della provincia di Catania e ritenuti responsabili di ben 24 furti in abitazioni e botteghe commessi a ridosso e durante le feste di Natale.
L'operazione, denominata «Case sicure», ha permesso alle forze dell'ordine, coordinate dal sostituto procuratore Fabrizio De Angelis, di avviare un'indagine minuziosa e vecchio stampo, con pedinamenti e confronti all'americana.
I primi due arresti risalgono a fine dicembre e sono avvenuti in flagranza di reato, beccati all'uscita di un appartamento che avevano appena svaligiato in viale Vittoria a Borgo Sacco. L'ultimo bandito, pure domiciliato in Vallagarina, come detto è finito in manette il giorno di San Valentino mentre stava festeggiando con la fidanzata. Lui, soprattutto, è accusato di avere ricettato i gioielli rubati.

Soddisfatto dell'indagine il colonnello Luca Volpi , comandante provinciale dei carabinieri: «Con l'operazione "Case sicure" siamo stati in grado di dare risposte sempre più concrete ad un tipo di reato, quello del furto in abitazione, che è fra i più odiosi per la popolazione. Prevenzione e repressione sono le nostre parole d'ordine».
A dare man forte ai militari, stavolta, ci si sono messi finalmente anche i cittadini che non hanno lesinato particolari utili alle indagini. Soprattutto il riconoscimento dei tre durante i sopralluoghi, volti nuovi per i quartieri scelti come zone da battere per l'attività criminosa e dunque ben memorizzati dai vicini di casa dei derubati. I colpi negli appartamenti sono stati messi a segno in corso Verona, viale Schio, viale dei Colli, via Dante, via Rovigo, via Magazol e via Benacense; quelli nei negozi in via Santa Maria, viale Trento, via Don Rossaro e via Magazol.

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