Gli anni Ottanta secondo Menegot

Vernissage ufficiale, domani venerdì 7 dicembre alle 19 alla libreria Arcadia a Rovereto, per la seconda fatica letteraria di Gianluigi Menegot. Questa volta lo scrittore roveretano, dopo Radio, tv, gol e figurine sugli Anni Settanta, ha messo nero su bianco i suoi ricordi degli entusiasmanti, discussi e senz’altro indimenticabili Anni Ottanta. Ottant’allora... raccoglie ricordi, esperienze e giornate di un ragazzo che si stava facendo uomo nel corso di un decennio ricco di avvenimenti: a volte magnifici come la vittoria azzurra al Mondiale 1982 (sulla copertina lo scopone fra Pertini, Bearzot, Zoff e Causio), altre volte amari come la morte del piccolo Alfredo nel pozzo di Vermicino o le stragi negli stadi di Heysel e San Benedetto del Tronto. 
Un effetto nostalgia che piace e riesce ad accendere la curiosità pure di chi non ha vissuto direttamente un periodo magico; 280 pagine dense di reminiscenze e souvenir dal decennio contrassegnato da rivoluzioni capaci di segnare per sempre le nostre vite: scudetti inaspettati, terremoti, attentati, tv private ed il primo disastro nucleare. C’è il Verona di Bagnoli con l’incredibile cavalcata che portò al tricolore del 1985 ed il Napoli di Maradona che passò pure dallo stadio Quercia, ma anche l’avvento dei primi calciatori stranieri nei nostri campionati e, di conseguenza, i primi «bidoni» del mercato come il brasiliano Luis Silvio della Pistoiese. Il pallone italiano deve fare i conti con il primo scandalo delle scommesse, mentre Menegot ricorda i pomeriggi spensierati con gli amici sul prato della Sacra Famiglia dopo la scuola. Un record nazionale giunge anche dalla città della Quercia e così, per Telequercia, segue da vicino quel Rovereto dei record che, sotto la guida di Mario Debiasi, concluse la Promozione Regionale 87/88 senza incassare alcuna sconfitta. Non solo calcio, però, perché nei venti capitoli di Menegot troviamo anche Drive In e il Mundialito sul piccolo schermo, la musica di Guccini e Sanremo, la rivalità Borg-McRoe, la storia di Reutemann («el Gaucho triste») in Formula 1 e le imprese di Saronni

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