Rovereto, danza d'eccezione al teatro alla Cartiera

Domani, (giovedì 23 agosto) alle 20.30 il teatro alla Cartiera ospiterà un appuntamento di grande significato. Dopo A piedi nudi di Sharon Fridman, dedicato alla fine della Prima guerra mondiale, Oriente Occidente offre un altro appuntamento gratuito per celebrare l’avvicinarsi della 38esima edizione, in calendario dal 31 agosto all’8 settembre. Beast without beauty della C&C Company di Carlo Massari descrive un mondo in cui l’umanità si incontra e si scontra, stravolta dopo essersi combattuta in una lunga guerra. Quello presentato a Rovereto è uno studio in itinere, che rientra nel macro-progetto di ricerca della compagnia Beast Without Beauty che ad oggi comprende le creazioni: Don’t be afraid e Spring Roll
Lo spettacolo, al quale la compagnia lavora dal 2017 sostenuta da Komm Tanz (Compagnia Abbondanza-Bertoni) e la cui gestazione in parte si è svolta al teatro alla Cartiera, è un quartetto, definito da Massari «un irriverente, cinico studio sugli archetipi della miseria umana, sull’inespressività, sulla spregevole crudeltà nelle relazioni interpersonali». Il titolo, «Bestia senza bellezza», non crea incertezze sulla matrice dell’ispirazione del pezzo che muove dalla brutalità degli esseri umani portando in scena dei perdenti in lotta per l’affermazione personale. In un luogo dove non esistono regole e tutto è consentito, lo scontro si fa spietato. Identità, posizione sociale e sopravvivenza i temi-specchio di una società, quella contemporanea, nutrita di «profonda superficialità», prevaricatrice e dominata da logiche consumistiche estese anche alle relazioni personali. Carlo Massari si ispira al teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e al suo monumento drammatico «sull’immobilità». Giorni felici per raccontare ancora una volta la trappola della condizione esistenziale. Con «Beast without beauty» fa un tuffo nel non-sense dei corpi e delle azioni, un nonsense costruito su una solida struttura drammaturgica che interseca con disinvoltura parola, canto e tutte le possibili sfaccettature del movimento. E in scena volti pallidi, figure esangui, disumanizzate e stremate al termine di una lunga guerra.

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