Coppia di anziani viveva in stazione dopo lo sfratto Il Comune li salva e dà loro casa presso l'Ostello

Anziani, senza una casa e costretti a dormire in stazione per evitare di soccombere al freddo della notte. Una storia di emarginazione figlia della crisi che purtroppo non è unica.

In questo caso, però, una coppia decisamente avanti con gli anni si è trovata su una strada dalla sera alla mattina.

E neppure un amico o un conoscente che potesse accoglierli anche solo per qualche giorno.

Una situazione drammatica, insomma, gravata da uno sfratto esecutivo che non ha ammesso deroghe perché, di fatto, era da un po’ che i due nonni fidanzati non pagavano l’affitto. E così hanno chiesto aiuto ai servizi sociali, sperando almeno di non dover rischiare la vita dormendo all’addiaccio.

Perché barboni non sono (sono stati anche imprenditori, rimasti schiacciati dal fallimento) e, tra l’altro, l’età avanzata non consentirebbe a due vecchietti come loro di addormentarsi sotto le stelle o, peggio, la pioggia.

I due vecchini, però, non sono stati lasciati soli dalle istituzioni e, in barba all’anagrafe, sono stati ospitati all’Ostello della Gioventù di via Scuole. Ad accollarsi il costo delle rette è stato il Comune di Rovereto, città dove si sono ritrovati per strada pur essendo residenti altrove ma avendo scelto come domicilio un appartamento a due passi dal centro storico. L’emergenza, però, c’era tutta e davvero poteva sfociare in dramma.

Così, grazie ad una convenzione sottoscritta sette anni fa tra palazzo Pretorio, Comunità della Vallagarina e Provincia, ai due sfrattati è stato trovato un tetto e un letto. In attesa, ovviamente, che i Comuni dove sono registrati si facciano carico dei propri cittadini.

Il Comune di Rovereto, in verità, di suo avrebbe potuto rimandare a casa (come detto la residenza ce l’hanno in Trentino ma fuori dalla Vallagarina) la coppia senza dimora ma non si è affatto disinteressato del problema.

E una soluzione rapida l’aveva pure trovata: lui al Portico, il dormitorio di Santa Caterina, e lei alla Casa della giovane di Trento. Ma di separarsi, di non tenersi più per mano e addormentarsi abbracciati non ne volevano sapere. «Meglio dormire in stazione, nella sala d’aspetto o sulla pensilina», hanno risposto.

E così l’assessore alle politiche sociali Mauro Previdi si è mosso in prima persona e ha cercato un riparo sicuro e caldo per le notti a venire in una qualche struttura pubblica ma per una coppia non c’era posto. Si è dunque rivolto all’Ostello della Gioventù che ha accolto i due anziani. L’amministrazione, tra l’altro, si è fatta carico delle spese: 55 euro per le 20 notti in camera doppia. Al conto finale (1.100 euro) si è però dovuta aggiungere la tassa di soggiorno che, per ragioni di marketing e turismo internazionale, da noi si chiama «city tax»: 70 centesimi a testa per ogni giorno di permanenza nell’urbe. D’altro canto i due nonni salvati dal freddo e dalle intemperie non sono roveretani (pur essendo residenti in provincia di Trento) e dunque sono ospiti a tutti gli effetti, con tanto di obolo imposto a chiunque decida di fermarsi a dormire a Rovereto, sia esso tedesco, italiano e, come detto, perfino trentino e addirittura lagarino.

Nel frattempo i servizi sociali si sono attivati con le municipalità trentine di residenza degli sfortunati vecchietti che, per legge, dovranno farsi carico della loro sopravvivenza. A cominciare proprio da un posto riparato dove vivere.

Pagare l’ospitalità alla casa dei giovani di via Scuole, ricordano in Comune, era un atto dovuto ma certo fa sorridere l’aver dovuto provvedere a saldare pure la tassa di soggiorno. Ma evadere la «city tax» avrebbe potuto far intervenire la corte dei conti e, nonostante l’emergenza e il valore sociale dell’iniziativa, non era certo il caso di scomodare i giudici contabili.

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