Vernice antigraffiti per salvare i palazzi «Troppi imbrattamenti che deturpano la città»

di Nicola Guarnieri

Scrivere sui muri è un atto di vandalismo. Qualcuno potrebbe dissentire, paragonando la grafomania da tazebao collettivi esposti alla pubblica fede con i danni alle panchine piuttosto che ai cestini collocati lungo le vie della città, ma è proprio così. E i cittadini si lamentano, non solo i proprietari delle case imbrattate dai soliti ignoti ma anche quelli spensierati del passeggio quotidiano. Perché la voglia di comunicare con la vernice, anche al tempo di Internet e di social network, è ancora una «piaga» difficilmente sanabile. Insomma, i «writers» urtano le persone e, non a caso, le richieste in Comune di intervenire per salvaguardare il decoro e per punire questi scrittori da malta fina fioccano ogni giorno. 

In consiglio comunale, negli anni, si sono susseguite le interrogazioni e gli ordini del giorno per cercare di mettere un freno a questo fastidioso fenomeno o quantomeno ristorare i privati danneggiati dalle scritte e, non da ultimo, tutelare l'estetice turistica della città.
Qualcosa, adesso, sembra essersi mosso. Non certo in termini di punizione o prevenzione ma di risparmio economico. Perché l'assessore ai lavori pubblici Beppino Graziola , rispondendo al consigliere del Patt Paolo Comper , ha promesso di virare sulle vernici lavabili per evitare esborsi imputabili ai «writers». 

L'esponente autonomista ha ricordato i continui imbrattamenti del ponte Forbato, di via Mazzini, di piazza Leoni, di via Dante, di largo Nazario Sauro e ha chiesto alla giunta di adottare, almeno per le facciate dei palazzi del centro storico, vernici antigraffiti.
«L'amministrazione è a conoscenza dell'esistenza sul mercato delle cosiddette vernici antigraffiti. - ha spiegato l'assessore - In genere si tratta di emulsioni acquose di cere polimeriche che, colmando i pori della superficie, creano una barriera repellente agli olii e all'acqua. In questo modo si impedisce alla vernice utilizzata dai vandali di penetrare in profondità. In caso di imbrattamento del muro il graffito potrà così essere rimosso facilmente con un getto d'acqua pressurizzata ad idonea temperatura».
Le vernici antiscritte verranno dunque adottate? Il Comune dice di sì o, quantomeno, assicura che ci sta seriamente pensando. «Per quanto riguarda l'utilizzo delle vernici antigraffiti, almeno sui luoghi più significativi della città, accogliamo la sollecitazione e sarà cura dell'amministrazione fare una valutazione tecnico-economica». 

Questi prodotti, comunque, sono già utilizzati su alcuni edifici: i marmi delle scuole Regina Elena e le piastre di rivestimento del Mart. Ovviamente questa vernice costa di più ma almeno garantisce decoro ed evita incessanti interventi riparatori che, alla lunga, sono assai più cari. Anche se, ricorda Graziola, «si deve intervenire ogni 4-5 anni ma nei prossimi affidi alle ditte esterne valuteremo sicuramente la possibilità di usare questi prodotti lavabili». 
In verità, nel corso della discussione di bilancio 2017 il consiglio comunale aveva accolto una proposta del leghista Viliam Angeli che, in tempi di spending review, aveva coinvolto la giunta per riuscire a ridare contegno e pulizia agli edifici del centro storico a costo praticamente zero. Come? Coinvolgendo i dipendenti di palazzo Pretorio opportunamente organizzati in squadre di pronto intervento anti-graffiti. 

La proposta, messa ai voti, era stata in parte accolta dal sindaco Francesco Valduga. Che concordava con Angeli sulla necessità di intervenire per «smacchiare» il leopardo e ridare lustro all'urbe ma, ahimè, si trovava in difficoltà di fronte alla richiesta di caricare il fardello sulle spalle di alcuni «volontari» scelti tra i 440 laboratori a libro paga di piazza del Podestà. Meglio, piuttosto, impegnarsi formalmente a provvedere alla pulizia costante dei graffiti ma senza scomodare proprio tutti gli uffici pubblici. Insomma, gli operai comunali, stando al dispositivo votato dall'aula, avrebbero dovuto formare una task force «armata» di sabbiatrice contro i graffittari, i writers e qualunque altra categoria di imbrattatori urbani. Perché una città pulita piace ai residenti ma pure ai turisti. In attesa della vernice antigraffiti.

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