Bolletta rifiuti, Iva illegittima Bocciata Dolomiti Energia

di Chiara Zomer

E ci risiamo. Un'altra causa contro Dolomiti Ambiente e Dolomiti Energia, per l'Iva non dovuta sulla tariffa rifiuti. Con un dettaglio: questa volta il giudice di pace ha preso in considerazione anche gli anni successivi al 2013. E pure per quelli si è espresso in modo netto: l'Iva non è dovuta, il colosso multiutility dovrà risarcire. Quanto? Una cifra variabile tra i 100 e i 200 euro a persona. Un conto quindi - posto che 5 erano le parti attrici - tra i 550 e i 1000 euro, a cui si aggiungono i 600 euro di spese legali. Poca cosa, per Dolomiti Energia e Dolomiti Ambiante. Ma goccia dopo goccia il rischio è che il conto inizi ad essere salato.

La questione è nota, le associazioni di consumatori battagliano da anni. All'epoca in cui la tariffa rifiuti si chiamava Tia, in bolletta veniva addebitata l'Iva. Ma, si è contestato ormai qualche anno fa, la Tia era una tassa. E non s'è mai vista un'imposta sulla tassa. Contenziosi potenziali ce ne potevano essere a decine di migliaia, invece sono stati meno del previsto, tutti finiti però con il giudice che ha dato ragione ai cittadini e ordinato il rimborso.

Il caso pareva chiuso con il 2012. Dal 2013 si è passati alla tariffa puntuale. Quindi - questa la tesi di Dolomiti Energia anche in quest'ultimo giudizio - ad una tariffa. Si paga cioè il corrispettivo per un servizio. Di conseguenza l'Iva è non solo legittima, ma dovuta.

Cinque roveretani, che si sono rivolti all'avvocato Silvia Spagnuolo, non erano d'accordo. E hanno fatto causa, chiedendo il rimborso dell'Iva versata in questi anni. Perché? Perché si chiamerà anche tariffa, ma il pagamento puntuale, in base a quanto si conferisce, è al massimo un obiettivo. Ora come ora si paga sulla base di criteri presuntivi. Quindi - questa la tesi - non si può parlare di tariffa. Di contro Dolomiti Energia e Dolomiti Ambiente hanno ribadito, regolamenti comunali alla mano, che la tariffa puntuale sarebbe già ora in grado di determinare l'esatta corrispondenza tra l'effettiva utilizzazione del servizio e l'importo richiesto. Quindi, ha ribadito la multiutility, mentre per l'Iva pre 2012 non c'era alcun argomento utile da portare in giudizio, per gli anni successivi nessuna rivendicazione degli utenti sarebbe legittima.

Ecco, il giudice di pace non l'ha pensata esattamente allo stesso modo. Anzi, ha dato ragione ai cinque roveretani che chiedevano il rimborso su tutta la linea. Perché - ha scritto il giudice in sentenza - «Non risulta in atti alcuna documentazione che attesti l'esistenza e l'effettivo utilizzo di sistemi di misurazione e pesatura dei rifiuti prodotti da ciascun utente, la cui attuale inesistenza può ritenersi dimostrata sulla base delle fatture prodotte in giudizio, che presentano importi pressoché identici a partire dal 2005 e sino al 2015». Questi i presupposti in base ai quali il giudice ha condannato Dolomiti energia e Dolomiti Ambiente a restituire le somme versate dai cinque roveretani a titolo di Iva in questi anni.

Caso chiuso? Non è detto. Perché già ci sono altre cause che potrebbero partire a breve, tanto per cominciare. E poi perché Dolomiti Energia tiene il punto, per quanto riguarda l'Iva pretesa in bolletta dopo il 2013, ritenendo perfettamente legittima l'Iva. Quindi non è escluso che la sentenza venga impugnata.

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