Appalto Biblioteca, il Comune contro la riduzione di personale

Il Comune non ha intenzione di piegare la testa, né di accettare che accordi, ritenuti precisi a palazzo Pretorio, vengano disattesi sulla pelle dei lavoratori. Sul caso della biblioteca e dell'appalto per i servizi di back office alla Euro&Promos, che ha annunciato la volontà di lasciare a casa 12 dei 19 operatori della Tartarotti, le dichiarazioni ufficiali sono moderate.

Perché c'è la forma da mantenere. Ma lo spirito è preciso: non un passo indietro. A costo di atti con pochi precedenti. D'altronde il primo di questi è già arrivato: la firma del contratto, prevista per ieri, non si è fatta, né si farà oggi. Dal municipio è arrivata una nota alla Euro&Promos, che chiarisce la posizione del Comune.

E la posizione del Comune non è fraintendibile: rispettare la clausola sociale - nonché l'amplissimo carteggio in occasione dell'istruttoria sull'appalto - significa rinnovare i medesimi contratti ai lavoratori. Punto. Un atteggiamento che ha rassicurato i sindacati, pur in un momento in cui tranquilli non possono essere: «Saremo soddisfatti solo quando tutti e 19 i lavoratori avranno il loro contratto - osservava ieri Stefano Picchetti, Uil - ma siamo contenti che il Comune di Rovereto stia dando un segnale importante, affinché le aziende che lavorano con gli appalti non possano pensare di fare sempre quel che vogliono loro».

La prima a rassicurare i lavoratori era stata nella serata di mercoledì e poi con più precisione ieri, l'assessore all'istruzione Cristina Azzolini: «Ci prenderemo la responsabilità di non firmare il contratto».

E per responsabilità - non è difficile capirlo - significa che si è pronti pure alle eventuali conseguenze, quindi ad un contenzioso. Nel pomeriggio di ieri il comunicato di palazzo Pretorio, che annunciava la giunta straordinaria di oggi, sul caso biblioteca: «L'intenzione della giunta è quella di garantire prioritariamente la salvaguardia dei livelli occupazionali in essere. In questa prospettiva l'amministrazione comunale opererà puntuali approfondimenti tecnici ai fini di raggiungere tale obiettivo nel rispetto delle intese intercorse e degli atti di procedura di gara». Fuori dalle precauzioni formali, si va verso una proroga alla Cla.

Nel frattempo si attende di sapere come andrà l'incontro tra Euro&Promos e i sindacati, oggi alle 15: tutti sperano in una posizione diversa da parte dell'azienda. Ma la sensazione di queste ore è che si sia pronti ad andare fino in fondo, forti degli atti di gara che, secondo palazzo Pretorio, giustificano una precisa aspettativa dal punto di vista occupazionale.

«Le notizie di ieri ci hanno assolutamente stupiti, domani voglio capire come andrà l'incontro tra i sindacati e Euro&Promos - spiega il sindaco Francesco Valduga - Ma di fatto, per noi è assolutamente prioritario il rispetto di ciò che nei contatti che ci sono stati tra amministrazione e azienda è sempre stato garantito, cioè il mantenimento del posto di lavoro per chi in biblioteca già opera. Persone della nostra zona e prima di tutto preparate, che garantiscono una continuità di servizio. Questo il nostro intendimento. Siamo assolutamente intenzionati a far valere quelli che sono stati gli accordi, a garanzia dei lavoratori. Perché è importante per loro, ma anche per la comunità».

Per adesso si va verso una proroga probabile, tra l'altro, anche nel caso in cui Euro&Promos si presentasse con tutt'altre proposte, rispetto a quelle ventilate mercoledì ai sindacati: la sensazione è che adesso palazzo Pretorio voglia prendersi comunque il tempo per capire.

Intanto il caso esce dai confini cittadini. Sia Maurizio Fugatti (Lega) che Filippo Degasperi (5 stelle) hanno depositato un'interrogazione provinciale. Entrambi chiedono conto a Comune e Provincia. Fugatti chiede alla giunta Rosi «se intenda invitare i Comuni a formulare capitolati d'appalto che preservino il posto di lavoro dei dipendenti trentini». Quanto ai 5 stelle, invocano l'intervento dell'assessore provinciale Mellarini e chiedono conto dell'analoga vicenda su Trento.

Mentre la politica si muove per cercare di tutelare gli operatori della biblioteca Tartarotti, anche la città non sta a guardare. Il primo ad alzare la voce, attraverso facebook, è stato Fabrizio Rasera, presidente dell'accademia degli Agiati e già promotore di una raccolta firme sull'argomento. Un messaggio, il suo, difficilmente fraintendibile: «Turpi anche se non inattese notizie dalla biblioteca civica di Rovereto.

La società per azioni che ne gestirà il funzionamento quotidiano da lunedì butterà fuori più di metà del personale che abbiamo imparato ad apprezzare da tanto tempo e che contribuisce a fare di quel luogo uno spazio umano, non solo un prezioso servizio.

Chi subentra preannuncia contratti di poche ore, quindi professionalità a zero e senza grandi possibilità di crescita. Il tutto in un luogo pubblico amatissimo e di alta qualità. Regole inadeguate, scarsa capacità di incidere di Comune e Provincia, impotenza o opacità della politica... In qualche modo mi sento di dover reagire, per solidarietà verso i bibliotecari buttati ma anche per coerenza con quanto abbiamo detto e fatto per una vita in senso contrario».

La protesta corre anche attraverso Facebook. Ed è la giornalista Patrizia Belli a muoversi, con una foto e un cartello: «Io sto con i precari della biblioteca», che non è difficile immaginare avrà più di un emulo nelle prossime ore.
Intanto, in città, i bibliotecari sono rimasti al loro posto, come sempre. Ma si sono fatti sentire con un volantino, mentre per loro parla Walter Leoni, storico bibliotecario alla Tartarotti dal 1973 al 2016: «Pensare che una biblioteca è una raccolta di libri è possibile, ma è come pensare che un cimitero è una raccolta di lapidi. Solo la qualità dell'umano che contengono li rende sensati. Metà dell'umano, contenuto nelle biblioteche, sono gli utenti, l'altra metà sono i bibliotecari. Non buttiamo via, insieme ai bibliotecari, 15 anni di bene comune faticosamente e costosamente costruito. Se così fosse saremmo più poveri, senza nessun vantaggio. Non sia».


(24/08/2017)

Alla fine è accaduto quel che temevano. Gli operatori del servizio di front e back office della biblioteca cittadina rischiano di restare a casa. A dirlo ai sindacati sono stati i responsabili della Euro&Promos, la Spa che si è aggiudicata il servizio: dei 19 lavoratori ne saranno tenuti solo sette, e non è chiaro a quali condizioni, con quante ore di lavoro e quindi a quale stipendio. Cambia anche il contratto: non più Federcultura, ma commercio.

La notizia, ieri mattina, è arrivata in corso Bettini con la violenza di uno schiaffo. «Oggi sono stati infangati 250 anni di storia della prestigiosa Tartarotti», hanno sbottato i sindacati, che dalla politica si aspettavano una risposta più tempestiva: «L'assessore Azzolini è in ferie, del sindaco ci hanno fatto sapere che è impegnato in un trasloco. Aspettiamo una telefonata da stamattina, non è ancora arrivata». Ora chiedono a palazzo Pretorio di bloccare la firma del contratto - prevista tra oggi e domani - e di non defilarsi da una vertenza che nello spazio di 24 ore si è rivelata esattamente quel che loro denunciano da anni. Tutta in salita.

La vicesindaco Azzolini in serata ha spiegato all'Adige che «stando così le cose non firmeremo il contratto con Euro&Promos. Abbiamo le carte in regola per portare a casa il contatto che avevamo stabilito. Smentisco radicalmente le voci che vorrebbero il Comune assente in questa vicenda. Altro che "latitanti", la struttura ha sempre lavorato per garantire i lavoratori, anche nell'ambito di questa normativa che obbliga le istituzioni pubbliche a procedere ad appalti per i servizi».

La vicenda si trascina dal 2015. Prima ancora dell'appalto del servizio, fino a quel momento gestito dal Cla, i sindacati chiesero alla politica di essere coinvolti nella stesura del capitolato, affinché venissero tutelati i lavoratori, che in alcuni casi operano lì da qualcosa come 20 anni. Alla fine palazzo Pretorio decise di fare da solo.

E l'appalto venne vinto da Euro&Promos, il colosso che già si era aggiudicato le biblioteche di Trento e Riva. E i lavoratori si agitarono subito. A Trento non era andata bene: moltissimi i lavoratori lasciati a casa, peggiori le condizioni per chi è rimasto. Sull'onda del ricorso al Tar del Cla, si mosse anche la città, con raccolte firme e mobilitazioni. Finì che venne costituita una nuova commissione, per la valutazione delle offerte sulla base dei nuovi criteri imposti dal Tar. E da quel momento da palazzo Pretorio arrivarono le rassicurazioni: «I lavoratori verranno tutelati».

Il resto è storia di questi ultimi mesi. Alla fine l'appalto se l'è aggiudicato - anche dopo il supplemento di istruttoria - la Euro&Promos. Ma i lavoratori avrebbero dovuto essere salvi.
Nel pomeriggio l'assemblea sindacale è stata tesa. Magliette con «Biblio biblio biblio precario», delegati sindacali schierati: Fabio Bertolissi (Cisl), Stefano Picchetti (Uil), Roland Caramelle e Mirko Carotta (Cgil). Hanno spiegato gli ultimi eventi e hanno chiamato in causa il Comune: «Per mesi ci hanno rassicurato, sia il dirigente Baldi che la politica. Ora si muovano di conseguenza. Chiediamo di non firmare il contratto e di essere presenti all'incontro che faremo con Euro&Promos». E ancora: «Il Comune è stato preso in giro, ma soprattutto sono stati infangati 250 anni della Tartarotti».

A far male, in una giornata che già non è stata facile, è la risposta della politica, che loro avrebbero sperato più tempestiva: «Abbiamo chiamato, per parlare con il sindaco e con l'assessore. Ci hanno detto che l'assessore è in vacanza, il sindaco impegnato in un trasloco. Aspettiamo una telefonata da stamattina. Non è ancora arrivata». Fino all'indice puntato, dritto sulla politica: «Ostentavano sicurezza, per questi lavoratori, mentre noi dicevamo che erano a rischio. Ora o è malafede, o è incapacità. In entrambi i casi dovrebbero interrogarsi sul ruolo che ricoprono».
Poi la spiegazione, agli utenti che in quel momento erano in biblioteca. Ma niente sciopero: i servizi culturali fanno parte di quelli essenziali, non si può. E loro sono persone responsabili. Ma sono in stato d'agitazione, già da oggi le prime iniziative.

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