Katrin Gelmi, l'estetista cha aiuta dopo il cancro

di Maurilio Barozzi

Tutto comincia qualche anno fa, quando Katrin Gelmi si trova a contatto diretto con il cancro che ha colpito due persone a lei vicine. Ne ha visto giorno dopo giorno la sofferenza, la difficoltà, la reazione e infine la vittoria con la guarigione. È stato un percorso duro e intenso, carico di imprevisti che alla fine è giunto ad una conclusione positiva. Ma anche dopo quel momento felice, Katrin ha potuto notare che i disagi che la malattia ha portato non erano comunque terminati.

«Spesso - racconta - le persone che escono da una malattia così brutta ne portano le conseguenze anche dopo, anche quando sono guarite. Così, avendo toccato con mano queste difficoltà, mi sono chiesta cosa avrei potuto fare per alleviare le sofferenze e soprattutto per cercare di rendere più positivo il recupero».

Lei, dopo diversi anni passati a lavorare in tutt’altro settore, fa l’estetista e a partire dalla sua professione ha cercato una soluzione. Racconta Gelmi: «Ho trovato in internet un discorso del professor Umberto Veronesi che parlava di questo problema. E spiegava di come lui fosse un sostenitore dell’attività estetica legata all’oncologia. Tanto che aveva destinato uno spazio dedicato proprio al benessere all’interno dello Ieo, l’istituto europeo oncologico che lui stesso aveva fondato».
E così ha approfondito il discorso ed ha trovato un corso di specializzazione per estetiste all’Apeo, l’Associazione professionale di estetica oncologica. «A Monza ho frequentato un corso con la dottoressa Ambra Redaelli e con Loretta Pizio - spiega -. L’ho superato e mi sono iscritta all’Albo. In Italia siamo circa duecento ma sono la prima in Trentino».

Ora Katrin Gelmi ha uno studio al centro medico Chirmedica di Rovereto, anche se la maggior parte dei clienti arrivano dal capoluogo e infatti ha in programma di aprire uno studio proprio lì. «A Trento c’è un bacino più grande - dice -: gli ospedali Santa Chiara e San Camillo fanno un grande lavoro con i malati di cancro. E così ci sono diverse clienti che chiedono di essere aiutate anche nella fase che segue la chemioterapia o la radioterapia».

L’obiettivo di Katrin è quello di ricreare lo spazio benessere dello Ieo di cui parlava il professor Veronesi. «Sì, infatti – conferma lei -. È stato lui che per primo ha compreso come anche la qualità della vita dei pazienti sia importante. Anche in quel discorso pubblicato su youtube diceva proprio che i pazienti spesso guariscono da un tumore ma rimangono psicologicamente o fisicamente in situazioni disagiate. Per questo credo che anche ciò che facciamo noi a livello di estetica generale possa essere importante. Spesso i farmaci che devono assumere i malati hanno delle tossicità che si manifestano sulla pelle, specialmente sulle mani e sui piedi. Così noi cerchiamo di proporre dei trattamenti che diano loro sollievo. Ma non è solo una questione dermatologica. Ci sono pazienti, ad esempio, che dopo il duro percorso di cura escono dall’esperienza psicologicamente chiusi. La cosa si ripercuote sulla postura e allora noi cerchiamo di aiutarli a rilassarsi e ad affrontare il post decorso con un pensiero positivo».

Una delle questioni sulle quali insiste di più Katrin è però il fatto che tali trattamenti non hanno niente a che vedere con la medicina e che non la sostituiscono in alcun modo. «Questo tengo davvero a chiarirlo – spiega -. Noi ci muoviamo su un altro piano. Per questo il mio sogno sarebbe quello di poter collaborare con medici e psicologi per poter aiutare il paziente a 360 gradi, ognuno operando nel proprio campo. Perché, ripeto, l’attività che svolgiamo come estetiste Apeo è un aiuto parallelo. Questo corso ci ha insegnato a conoscere la malattia e, grazie alla conoscenza, cerchiamo di ridurre i disagi anche estetici. Che, in particolare per le donne, ma non solo per loro, spesso rappresentano un problema dopo la guarigione o anche durante le cure».

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