Arriva il parco giochi per disabili e ipovedenti ai giardini Perlasca

di Nicola Guarnieri

Internet e la televisione probabilmente sono baby-sitter comodi ma, per fortuna, il richiamo del parco, dei giochi pubblici in un polmone verde cittadino, resiste alle mode e alla modernità.
Portare i bambini ai giardini e lasciarli giocare con vecchi «arnesi» come scivoli e altalene rientra ancora in un modello di sviluppo positivo. E funge anche da veicolo di integrazione, amicizia, relazioni sociali. Perché al parco si gioca insieme e si interagisce. Purtroppo, però, questi angoli di svago all'aperto spesso sono preclusi ad una sempre più ampia fetta di fanciullezza: i disabili.

Al di là dell'ostacolo fisico nel poter sfruttare i balocchi da prato, tra l'altro, c'è pure il primo muro sociale: un bambino normodotato considererà sempre diverso l'altro. Ecco che, con un parco accessibile e sbarrierato, si può costruire una concezione di «siamo tutti uguali ancorché dinamicamente diversi» fin dai primi anni di vita.

In questo contesto si inserisce l'investimento voluto dal Comune Rovereto di rendere un parco pubblico davvero aperto, accessibile quindi a tutti con giochi e attrazioni per disabili e pure panchine che consentono soste o picnic anche a chi non può, per esempio, fare a meno della sedia a rotelle.

Quest'isola di pace per tutti i bambini sorgerà ai giardini Perlasca, o Milano che dir si voglia, tra corso Bettini (e dunque il Mart, tempio dell'arte che, per definizione, non dovrebbe fare distinzioni tra abilità) e via San Giovanni Bosco.
Il costo, per le casse di palazzo Pretorio, è piuttosto irrisorio (poco meno di 17 mila euro) e la ditta che realizzerà e installerà le attrazioni «open» è pure di Rovereto, la Stac Group srl».

Nello specifico, è stato individuato un gioco combinato dotato di elementi manipolativi e sensoriali che qualsiasi bambino può utilizzare. La struttura è facilmente accessibile a chi è costretto su una carrozzina ma anche ad altri bimbi con difficoltà motorie ma pure visiva dato che l'intero percorso è dotato di mancorrenti e pannelli posti ad altezza idonea.

Per i piccoli che, pur spostandosi sulla sedia a rotelle, mantengono comunque un minimo di autonomia c'è perfino uno scivolo dove si può lasciare il presidio e scendere da soli grazie a degli accorgimenti che consentono di scendere dalla sedia e risalirci dopo la discesa. Pure l'altalena a due posti è sfruttabile da chiunque e contemporaneamente da un normodotato e da un disabile. Un modo, questo, per rendere davvero socializzante il momento di svago al parco pubblico ed eliminare fin dalla tenera età pregiudizi che che sarebbero deleteri nel futuro. L'intera area ludica dei giardini Perlasca, infine, sarà pavimentata con mattonelle antitrauma.

Insomma, le barriere fisiche e psicologiche di un luogo di incontro e divertimento stanno finalmente per essere abbattute.
Un passo avanti importante per la trasformazione di una città che vuole accogliere davvero tutti. D'altro canto parchi davvero aperti, in Italia, non ce ne sono. O, meglio, sono tanti quelli che hanno uno scivolo piuttosto che un'altalena a misura di disabile. Nessuno, però, vanta un campionario di attrazioni così ampio da poter davvero «battezzare» il giardino urbano come «amico di tutti i bambini».

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