A Mori c'è la strada che termina nel traliccio

Siamo ben lontani dai viadotti che iniziano e terminano nel nulla di alcune regioni del centro-sud Italia, o dai grandi ospedali pubblici costruiti con le porte troppo piccole per il passaggio dei letti, strepitosi sperperi di soldi pubblici che hanno fatto la fortuna degli inviati di Striscia la Notizia e la vergogna di tanti amministratori locali. Eppure, da quando è approdata nell'arena dei social network, la nuova strada di Mori che termina in un traliccio ha scatenato l'ironia dei lagarini 

strada moriSiamo ben lontani dai viadotti che iniziano e terminano nel nulla di alcune regioni del centro-sud Italia, o dai grandi ospedali pubblici costruiti con le porte troppo piccole per il passaggio dei letti, strepitosi sperperi di soldi pubblici che hanno fatto la fortuna degli inviati di Striscia la Notizia e la vergogna di tanti amministratori locali. Eppure, da quando è approdata nell'arena dei social network, la nuova strada di Mori che termina in un traliccio ha scatenato l'ironia dei lagarini, che si sono scatenati a commentare la foto: c'è chi si chiede dove abbia studiato il geometra che ha firmato l'opera, chi si complimenta con «la nuova viabilità provinciale», e chi ancora promette che manderà i riferimenti del caso proprio alla redazione del tg satirico di Mediaset.
In effetti è difficile non essere colpiti dalla bizzarria del pezzo nuovo di zecca di strada che termina alla base dell'infrastruttura in metallo: due larghe corsie, con tanto di marciapiedi in asfalto su entrambi i lati separati dalle carreggiate da corsie ripiene di terra già predisposte per ospitare future aiuole spartitraffico. Il senso di straniamento è acuito dal fatto che non vi sono predisposizioni per prolungamenti di sorta della strada, né macchinari o attrezzi che lascino intuire una prosecuzione del cantiere.

 


La curiosa nuova arteria stradale è situata nel Comune di Mori, nell'area Casotte, che la Provincia sta attrezzando affinché diventi l'area produttiva più grande del Trentino. Un investimento imponente, che con Manifattura Domani e Polo della Meccatronica rappresenta il tris che la Provincia intenede giocare nella partita del rilancio industriale-manifatturiero del Basso Trentino. Un investimento, quello delle Casotte, che dovrebbe nel giro di pochi mesi arrivare ad un importante punto di svolta, con la consegna alle aziende del villaggio produttivo stretto tra l'Adige e il canale ex Biffis.
In tutto l'area Casotte si sviluppa su 250mila metri quadrati, 190mila dei quali utilizzabili: metrature faraoniche che lo renderanno «l'ultima significativa area produttiva a valenza provinciale», dal valore di 13 milioni di euro. I costi maggiori per la Provincia sono arrivati proprio dalla viabilità di accesso al sito: per la strada e il ponte piazza Dante ha sborsato 5,8 milioni. Poco meno è stato impiegato per la bonifica dei 40mila metri quadrati inquinati: altri cinque milioni. L'acquedotto è costato 150mila euro, mentre per l'elettrodotto l'assessorato ha investito 500mila euro in più per interrarlo. «Inizialmente volevamo spostare i tralicci fuori dall'area, nei terreni espropriati ai  privati. Lasciarli alle Casotte significava perdere un 40% di terreno utilizzabile. Poi abbiamo pensato di metterli sottoterra, per diminuire l'impatto visivo», hanno spiegato i tecnici provinciali in occasione della presentazione del progetto. Probabilmente in questa ottica la spiegazione alla bizzarra strada interrotta.
Il lotto minimo utilizzabile nell'area produttiva sarà di 1.500 metri quadrati: con questa metratura teoricamente si otterrebbero più di cento lotti, ma l'obiettivo è quello di convincere soprattutto grandi aziende a investire. «Questa sarà un'area modello, con lo scopo di eliminare le micro e medio aree produttive sparse nei Comuni».

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