Lutto

Addio a Franco Bonomi, l’Indiana Jones dell’Alto Garda

Di Torbole, 75 anni, ha dedicato la vita alla sua grande passione dell’archeologia come autodidatta. Il funerale martedì 22 aprile a Torbole

NAGO TORBOLE. Metal detector in mano, cappello da pioniere, immancabile toscano tra le labbra, Franco Bonomi, l'Indiana Jones dell'Alto Garda, segugio a caccia di vestigia dei tempi passati, se n'è andato alla scoperta dei cieli; è morto a 75 anni, alla casa di riposo di Dro. Lascia nel più profondo dolore la sorella Luigina, i nipoti Lucia e Paolo ed Eleonora, Luca, Stella e Federico e tutti i familiari e le persone che gli hanno voluto bene.

Il funerale martedì 22 aprile alle 14.30 alla chiesa Sant'Andrea di Torbole sul Garda. Scuole media a Sant'Ilario, apprendista cuoco in quel di Lugana, a Sirmione, stagioni a Madonna di Campiglio e Brentonico quindi dipendente comunale nel 1998 e poi in pensione.

«Una persona semplice, umana - ha detto affranta la sorella Luigina Bonomi - senza grilli per la testa; ecco, con tutto quello che ha fatto non vorrei venisse dimenticato». Sarà impossibile dimenticare Franco: se dal 2019 sono state avviate numerose campagne di scavo a doss Pénede è gran parte merito suo. Ha incalzato il sindaco Gianni Morandi che poi aveva avviato la prima di numerose campagne, coordinate da Emanuele Vaccaro, professore associato di Archeologia classica all'università di Trento, assieme alla Soprintendenza per i beni culturali: «Le sue attività pionieristiche hanno consentito il decollo di un progetto di ricerca scientifica rispetto a un contesto della seconda età del Ferro e Romana di grande interesse» ha detto Vaccaro. Ma non c'è solo doss Pénede, Bonomi ha percorso l'Alto Garda in lungo e in largo.

«È stato attorno ai trent'anni che mi è salita questa passione per l'archeologia e per la storia - ricordava al collega Claudio Chiarani in un articolo del 26 maggio 2023 - Sapevo che qui i Romani, ma anche i Celti e i Reti ci abitavano. È stato con i ritrovamenti a San Giorgio, fatti dalla Soprintendenza, che ho iniziato a curiosare: in questi 43 anni posso dire di aver effettuato una quarantina circa di ritrovamenti, da tegole in terracotta a monete, da punte di frecce dell'età del Bronzo ad altro; insomma, più aumentavano interesse e curiosità, più mi si rivelavano muri perimetrali, fondamenta, magazzini o depositi come ai piedi del nostro castello. Io sono sempre meravigliato da ciò che il nostro Alto Garda tira fuori dalla terra, un parco archeologico potrà dare ancor più lustro a questo luogo».«Quando lo incontravo in giro - ricorda il sindaco Gianni Morandi che esprime le sue condoglianze a tutta la famiglia - mi esortava: 'Dai che fem el castel perché no ghe crede nisuni'. Lo rassicuravo: 'Franco, el fem; no sta a preoccuparte'. Nessuno gli dava credito. E quando abbiamo cominciato era contento come una Pasqua. Restava però defilato perché c'era l'università. Allora un giorno l'abbiamo invitato a pranzo con il professor Vaccaro e con gli studenti e da allora era sempre presente alle campagne, era felice come un bambino, era la sua passione». stis

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