Arma / Racconto

A vegliare sulle strade trentine la prima carabiniera motociclista: la sua storia

Vittoria Sciscio, 33 anni in servizio a Riva del Garda, ha partecipato nei giorni scorsi al corso per i militari dell’Arma sui tornanti della Mendola. E scherza: “Ora mi manca solo l’elicottero”

di Leonardo Pontalti

RIVA DEL GARDA. «Ora mi manca solo l'elicottero». Ci scherza, Vittoria Sciscio, ma neppure troppo: nei quattro anni trascorsi nell'Esercito, prima del concorso per entrare nell'Arma, aveva conseguito praticamente tutte le patenti professionali: «Guidavo sia camion che pullman. Ma mancavano le moto».

Una lacuna che non solo il carabinieri scelto Sciscio, in forza alla compagnia di Riva del Garda, ha colmato nei mesi scorsi. Ma che l'ha portata anche a prendere parte al corso che in questi giorni sta vedendo impegnati sui tornanti della Mendola ventitré militari (e altrettanti lo frequenteranno nelle prossime settimane), per poter guidare le due ruote, in sicurezza, anche in condizioni estreme e in situazioni di emergenza, oltre che per conoscere al meglio i veicoli da sottoporre a verifiche durante i controlli lungo le strade, sia sui fondovalle che lungo i passi. Vittoria Sciscio, 33 anni, pugliese di Laterza, è stata l'unica donna a frequentarlo.

«La cosa un po' mi ha meravigliato, dato che oggi non credo debba stupire che una donna sia una motociclista. Non lo sapevo quando ho aderito alla proposta».La cosa curiosa, è che la militare, si è avvicinata al mondo delle moto solo da pochi mesi: «Non ho mai avuto la passione da ragazza, né sono cresciuta con motociclisti in famiglia che mi abbiano trasmesso questo interesse. Ma quando sono arrivata a Riva, nel giugno scorso e in reparto ho visto la possibilità di poter prendere parte ai servizi sul territorio in moto, mi sono detta, perché no?».

A muovere la trentatreenne è stato lo stesso spirito che l'ha spinta a entrare nell'Arma: «Sono cresciuta in una famiglia che mi ha trasmesso da sempre valori profondi e soprattutto un grande senso di appartenenza alla comunità in cui si vive. Da qui è maturato il mio desiderio di mettermi a disposizione proprio della comunità, attraverso l'ingresso prima nell'Esercito e poi nell'Arma. Così dopo quattro anni a Roma, ho fatto il concorso per entrare a far parte dei carabinieri».

Una scelta figlia di una convinzione personale, dato che Vittoria non ha seguito le orme di altri familiari: «No, non avevo militari o carabinieri in famiglia, la mia è stata una decisione frutto proprio della mia volontà di mettermi a disposizione degli altri».

Una scelta che dalla Puglia, e dalla Capitale, l'ha portata poi in Trentino: «Sono stata affidata come primo incarico alla stazione di Carisolo, in Val Rendena. Poi, da giugno, sono arrivata a Riva, sempre all'interno della medesima compagnia.Un percorso, quello di Vittoria Sciscio, parallelo a quello del marito. I due si erano conosciuti a Roma, nell'Esercito, poi entrambi sono entrati a far parte dell'Arma e lavorano in Trentino. Ora lei è in servizio a Riva, lui ad Arco e hanno una figlia di 2 anni e mezzo.In attesa di puntare - non si sa mai - al brevetto di pilota, Vittoria Sciscio veglierà assieme ai commilitoni sulle strade trentine.

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