Affari / Turismo

Lido Palace di Riva, Signoretti chiede venti nuove suites, 6 mila metri cubi di volumi in più

L’imprenditore – in cordata con Hager e Diego Schelfi – presenta alla Commissione urbanistica il progetto di ampliamento, con un 30% di cubatura più dell’attuale

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Aumentare le cubature dell'«Hotel Lido Palace» per incrementarne l'offerta, la capacità attrattiva sul mercato e di conseguenza il valore. E aumentando il valore dell'Hotel, ecco salire anche quello delle quote pubbliche che in teoria «Lido di Riva», braccio operativo e immobiliare del Comune, dovrebbe dismettere entro il 31 dicembre prossimo ma con la prospettiva di un ulteriore proroga dopo quella accordata un anno fa.

Il disegno è sul tavolo da quando i principali "inquilini" di Palazzo Pretorio sono cambiati due anni or sono. Ancor di più da quando il controllo e la gestione dell'unico 5 stelle lusso del Trentino è passato nelle mani della cordata Hager-Signoretti-Schelfi.

Ma quale ampliamento? L'imprenditore arcense Paolo Signoretti (che peraltro ieri non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione), accompagnato da due legali e un architetto, martedì pomeriggio l'ha illustrato quantomeno a grandi linee alla commissione urbanistica che in queste settimane sta ascoltando gli operatori turistici proprietari di immobili e di strutture ricettive sulla fascialago, passaggio propedeutico alla stesura della Variante 13 che, almeno in teoria, dovrebbe essere conclusa entro la fine dell'anno.

La richiesta in buona sostanza è quella di reintrodurre quanto previsto prima del 2007, ovvero prima dell'adozione del piano fascialago scaduto dieci anni dopo. All'epoca (il progetto venne firmato dall'architetto Alberto Cecchetto) era stata prospettata e messa nero su bianco la possibilità di realizzare una ventina di suites nella parte a nord-est dell'attuale immobile principale, parallelamente al corso del torrente Albola.

In termini volumetrici oltre 6.000 metri cubi in più, in fatto di superficie utile netta circa 2.400 metri quadrati, con un incremento quindi del 30% rispetto all'attuale portata del «Lido Palace» (8.000 metri quadri compresi i magazzini).

La richiesta adesso è sul tavolo della commissione urbanistica, tutta la partita è secretata e quindi avere conferme ufficiali dai diretti interessati (compresi i vertici di Palazzo Pretorio) è impresa ardua.«Io non posso e nemmeno voglio dire nulla - afferma Lorenzo Prati, membro della commissione e consigliere con delega alle società partecipate - Osservo solo che dal punto di vista storico questa potenzialità era già stata prevista dalle precedenti amministrazioni, salvo poi non darne seguito. Se c'era prima non vedo perché non possa esserci adesso, fermo restando che dovrà eventualmente inserirsi nel contesto paesaggistico pensato dall'architetto Nunes. Il nostro obiettivo - prosegue il consigliere Prati - dev'essere quello di massimizzare quello che il Comune può portare a casa nel momento in cui verranno dismesse le quote».Già a febbraio dell'anno scorso, in occasione di un'assemblea di «Lido srl», lo stesso Prati aveva affermato che «l'attuale amministrazione comunale intende procedere alla dismissione delle quote solo all'esito della verifica circa la possibilità di ampliare gli attuali standard urbanistici vigenti nell'area ove è sito l'hotel».

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