Turismo / Il punto

Stagione da record sul Garda trentino, ma operatori in ansia: “Natale e periodo invernale a rischio”

Spaventa il boom dei costi. «Da 48 mila euro siamo passati a 160 mila nel solo mese di luglio - fa sapere il direttore dell’Hotel Du Lac et Du Parc di Riva Gabriele Galieni - Al di là di questo, siamo ragionevolmente soddisfatti, bene il mercato britannico»

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Non c'è nemmeno il tempo di far festa, o almeno di tirare un sospiro di sollievo dopo due anni di vacche decisamente magre che incombono preoccupazione e incertezza. L'estate 2022 sul Garda trentino fa registrare numeri record, migliori addirittura dell'ultima annata "normale" (il 2019), ma il pensiero di molto operatori è rivolto all'autunno-inverno e le notizie tutt'altro che confortanti sull'aumento vertiginoso del prezzo del gas e dell'energia elettrica mettono un punto interrogativo per molti (non per tutti) rispetto al prossimo inverno e alla grande kermesse dei mercatini di Natale.

I numeri di quest'anno, da gennaio ad agosto, sono eccellenti: 2 milioni 235 mila presenze a fine luglio, quasi 600 mila arrivi. Presenze che si sono attestate ad oltre 3 milioni 300 mila a fine agosto e dando un'occhiata alle spiagge, alle strade e soprattutto alle strutture ricettive, la stagione è tutt'altro che finita.

«È un anno record - commenta il presidente dell'Apt Silvio Rigatti - e anche la redditività delle nostre aziende è cresciuta mediamente del 20 per cento. I nostri ospiti sono disposti a spendere qualcosa di più per trascorrere le proprie vacanze sul lago. Ora bisognerà vedere cosa accadrà in autunno e inverno. Le tariffe sono necessariamente più basse e alcuni operatori stanno valutando di chiudere anticipatamente e di non riaprire sotto Natale considerate le batoste da capogiro che stanno arrivando sotto forma di bollette. Personalmente (Rigatti è titolare dell'Aktivehotel S. Lucia di Torbole, ndr.) nel solo mese di luglio sono passato dai 5.000 euro dell'anno scorso a 17.900 euro quest'anno».

Il presidente dell'Apt lancia una riflessione a tutto il territorio: «Siamo di fronte a un'emergenza che probabilmente si protrarrà nel tempo - osserva - Sarebbe opportuno avviare da subito un ragionamento come località sulle Comunità energetiche».

Chi a fronte di costi energetici quadruplicati ha deciso di chiudere 15 giorni prima e non aprire sotto Natale e in occasione dell'Expo Schuh è Martina Bertoldi del Residence Torbole Aparthotel: «La stagione è stata ottima già a partire da aprile con numeri superiori anche al 2019, il fatturato è cresciuto ma l'incremento dei costi energetici alla fine non ci lascia un granché - afferma - Così abbiamo deciso di chiudere prima e di non aprire in occasione delle festività di Natale e della fiera della calzatura». Nel caso specifico, tanto per dare alcuni numeri, «la bolletta energetica è cresciuta di quattro volte, da 3.000 a 12.400 euro».

Figuriamoci allora per una struttura come l'Hotel Du Lac et Du Parc di Riva, quattro stelle superior, 254 camere e a regime oltre 200 dipendenti: «Da 48 mila euro siamo passati a 160 mila nel solo mese di luglio - fa sapere il direttore Gabriele Galieni - Al di là di questo, siamo ragionevolmente soddisfatti, c'è stata una crescita in doppia cifra, sono tornati i matrimoni, i meeting e la perdita del mercato russo (14% delle presenze complessive in passato) è stata compensata dal ritorno di quello britannico».

Nonostante prospettive generali poco incoraggianti, dopo anni l'Hotel Du Lac et Du Parc ha deciso di riaprire i battenti sotto Natale: «Proveremo ad aprire dal primo weekend di dicembre sino al 17 gennaio, limitatamente a una novantina di nuovissime camere - prosegue Galieni - Lo facciamo anche per dare respiro e una prospettiva di maggiore tranquillità ai nostri dipendenti».

«La stagione è stata molto buona e nulla era scontato - afferma Alberto Bertolini, titolare dell'Hotel Luise di viale Rovereto - Per l'inverno vediamo, cercheremo di fare il possibile anche per i nostri collaboratori».

Sul fronte della ristorazione la situazione è più o meno la stessa: «Soprattutto chi è in affitto è particolarmente scoraggiato - sottolinea Paolo Turrini, presidente dei Ristoratori all'interno di Confcommercio, 110 iscritti, oltre 220 mettendo assieme i pubblici esercizi - E molti purtroppo stanno pensando di chiudere e di mettere in vendita le loro aziende. Sono tutti molto spaventati. In inverno, negli ultimi anni, il 70% dei nostri iscritti riapriva a dicembre e per parte di gennaio; quest'anno torneremo al passato, se va bene aprirà la metà delle strutture. Vediamo che misure metterà in campo il governo».

E il Mercatino di Natale di Riva? «Per me il Natale non è in forse - risponde Andrea Reigl, presidente del Consorzio Riva in Centro - Dopodiché dovremo avviare un dialogo con sponsor e Comune per vedere come fare e trovare le risorse. Certo, la preoccupazione è tanta».

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