Garda / Il caso

Riva, sul lungolago dopo le nozze Vip arrivano i metalmeccanici

Oggi, sabato 6 agosto, ai Giardini all'Italiana l'appuntamento promosso dalla Fiom Cgil per confrontarsi sulle difficoltà crescenti pe ri lavoratori a fronte del carovita,  ma anche per ribadire il dissenso su eventi come quello che un mese fa aveva visto la centralissima area cittadina diventare off limits per un giorno

I FATTI Lungolago chiuso al pubblico per le nozze Vip
LA SINDACA «Tutto in regola, c'era l'autorizzazione. L’ho firmata io»

 

TRENTO. I metalmeccanici del Trentino si sono dati appuntamento per oggi  - sabato 6 agosto - ai Giardini all'Italiana sul Lungolago di Riva del Garda, dalle 10 a fine giornata.

La Fiom Cgil, la sigla sindacale che li rappresenta, ha organizzato questa manifestazione in una delle località più frequentate per avere visibilità durante questa giornata che invita a riflettere su salari, dignità ed equità del lavoro.

Ma la scelta del luogo è stata fatta anche con l'intento di lanciare una provocazione politica.

«Politica, non personale» precisa il sindacalista Michele Guarda. Se infatti la Fiom Cgil ha deciso di pagare 1.800 euro al Comune di Riva del Garda per affittare i Giardini all'Italiana, non lo ha fatto per avere una cornice suggestiva per le fotografie che racconteranno l'evento. Lo ha fatto per provocare, per mandare un messaggio alla politica che i sindacalisti accusano di essere cieca di fronte alle necessità dei lavoratori.

«L'idea di fare questa manifestazione è nata come una provocazione politica - spiega - a fronte di quanto accaduto il 2 luglio scorso, quando sul Lungolago si svolse la festa del matrimonio dell'amministratore delegato dell'AutoBrennero. A noi non risulta fosse mai accaduto prima che quel luogo pubblico venisse concesso e chiuso al pubblico per eventi privati; e raramente è successo anche per quelli a carattere pubblici. Ecco perché questa cosa ha fatto indignare: dapprima i passanti, che si sono visti chiudere il Lungolago, ma anche i lavoratori che non arrivano a fine mese».

Michele Guarda allarga poi il discorso al contesto economico trentino, per spiegare le ragioni dell'indignazione. «Vedere gran parte dei rappresentanti politici a quella festa sul Lungolago stride con quel che accade anche in Trentino, dove l'inflazione ormai sfiora il 10% dall'inizio dell'anno - afferma -, significa che uno stipendio e mezzo è servito per coprire questi aumenti. Stipendi come quelli delle cuoche dell'ospedale di Rovereto che non arrivano nemmeno a mille euro al mese e si sono pure viste tagliare altri cento euro con il nuovo appalto».

Dall'altro lato c'è chi invece lo stipendio lo vede aumentare: «I consiglieri regionali hanno ripristinato la scala mobile abolita per i dipendenti e ripristinata per se stessi: l'aumento automatico che lo vederanno all'inizio della prossima legislatura ma loro la recupereranno l'inflazione. Come lo sposo, che beneficia di una norma approvata dal Consiglio regionale che consente di sforare i tetti fissati dalla Legge regionale del 2016». Domani comunque i pedoni potranno passare sul Lungolago, i manifestanti li inviteranno a passare di lì e consegneranno volantini perché «sarà una giornata di riflessione sui temi del lavoro».

Secondo Guarda «la situazione è drammatica e il Trentino non è più un'isola felice: registra un tasso di precarietà più alto rispetto al resto d'Italia, a sua volta più alto della media europea. Cresce anche il divario con la provincia di Bolzano».

Da qui il messaggio indirzzato alla politica: «Vorremmo che anziché dare stipendi giganti ai top manager delle società partecipate ed aumentare gli emolumenti (anche per i sindaci) tornasse a rimettere al centro dei propri impegni il lavoro, la giustizia e ld'equità sociale. In fondo il sogno di realizzare il giorno più bello ce l'hanno anche le cuore dell'ospedale di Rovereto».

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