Alto Garda / La storia

La bella storia di Antonia Briganti: dalla carrozzina al surf, il lago di Garda senza barriere

Tutto è partito dopo l'incontro con il campione Marco Aggravi: da Genova con la cagnetta Sofy per il sogno di attraversare il lago. Dal gravissimo incidente in moto alla ripartenza: "Devo ringraziare i miei cani"

di Luisa Pizzini

TORBOLE. Un primo incontro in riva al lago c'è già stato, ospiti della scuola di surf Segnana. E anche una prova della vela con il simulatore.

La genovese Antonia Brigati all'inizio di questa settimana è arrivata a Torbole per raccontare al surfista Marco Aggravi il suo sogno: attraversare il lago sulla tavola. E fin qui nulla di nuovo: sono tanti gli appassionati che vogliono imparare nelle acque incastonate nella roccia. Nulla di nuovo però se non fosse per il fatto che Antonia Brigati è tornata a camminare dopo un gravissimo incidente in moto che l'ha costretta per diversi anni sulla sedia a rotelle.

La sua gamba era rimasta incastrata tra la moto e il motore dell'auto che l'ha schiacciata facendo inversione a U all'uscita da una discoteca un sabato sera.

«Sono tornata a camminare grazie ai miei cani - ricorda -. É prendendomi cura di loro che, un giorno, mi hanno fatto notare che avevo mosso nuovamente qualche passo. Da lì, mentre cercavo di educare loro, ho capito che potevo farcela e da allora non mi sono più fermata. Mi avevano assicurato che non avrei più camminato ed invece ora ci sono. Non posso fare grandi corse magari, ma grazie ai miei cani posso nuovamente camminare».

É una storia di rinascita quella di Antonia, un esempio di come le difficoltà, anche quelle più grosse, possano essere superate. Con le cure e la determinazione nel cercare di superare i propri limiti, alzando ogni giorno l'asticella. Questa volta Antonia ha deciso di farlo cimentandosi, insieme alla sua inseparabile Sofy, femmina di pastore australiano di 9 anni, in una cosa nuova: il surf. «Marco Aggravi e il suo progetto "Marco ITA 108" me l'ha segnalato una mia amica che come me fa "dog dance"», spiega.

Antonia e Sofy infatti gareggiano in pedana in questa disciplina che consiste nell'eseguire insieme al cane esercizi o condotte in sintonia con la musica. Lo scopo di ogni "routine" di dog dance è mettere in evidenza le qualità del team, in particolare del cane. Antonia e Sofy sono state protagoniste di un routine che ha destato l'attenzione di molti, perfino del programma "Italia got talent".

«Mi sono presentata sul ring in sedia a rotelle ballando con Sofy: questa esibizione è l'essenza della mia storia. Dal cane che si rotola per terra e si dispera, al cane che spinge la carrozzella, fino a quando mi fa alzare dalla sedia a rotelle». L'idea di Antonia ha incontrato l'entusiasmo della campionessa europea di Dog dance, Lucy Imbergerova, l'unica ad averla assecondata ed aiutata. Fino a portarla a gareggiare, tra l'altro nella categoria dei normodotati, perché Antonia oggi non ha più bisogno della carrozzina.

Tornando all'incontro con Aggravi, le tante attività che il campione porta avanti con i disabili stanno facendo parlare di lui, delle sue imprese senza barriere.

«Mi hanno raccontato che insegna ai disabili ad andare sul windsurf, allora l'ho chiamato e siamo subito entrati in sintonia. Mi ha invitato e ora sono qui a provare». E a sognare in grande: «Dalla carrozzina al windsurf. Mi allenerò finché Marco non mi porterà a fare il giro del lago con la vela. Non mi fermo. Capisco chi si arrende, ci sono passata, ma se trovi la persona giusta ti rialzi. Anche Marco è una di queste».

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