Paesaggio / Polemica

Castello di Arco, strada allargata e bus elettrico, ma monta la protesta, «Non siamo Disneyland»

Il Comitato Salvaguardia Olivaia contro il progetto comunale, i lavori dovrebbero partire nei primi mesi del 2022 ma non convince i difensori della storia e dell’ambiente locale

ARCO. «Ma ci rendiamo conto che il nostro castello rischia di diventare come Gardaland»? Non piace affatto al «Comitato Salvaguardia Olivaia l’idea» dell’amministrazione comunale - in fase di realizzazione - di allargare la strada di accesso al maniero per consentire il passaggio di un mezzo elettrico da 13 posti che può trasportare turisti e residenti alla lizza del castello.

Non molto tempo fa, scrive il comitato in una nota, «ad alcuni rappresentanti del Comitato Salvaguardia Olivaia veniva prospettato questo intervento che prevede l’allargamento del percorso verso il castello. Manifestammo la nostra perplessità sull’allargamento della strada e sull’accesso con veicoli al castello, come se non ci fosse già abbastanza traffico in città. Perché non lasciare un luogo alla pace e alla tranquillità?».

Non si sa più dove andare, osserva il comitato, «per non trovare veicoli di qualche tipo. Alle nostre rimostranze si replicava che l’obiettivo era quello di consentire di far godere le nostre bellezze anche agli anziani e ai portatori di handicap e alle famiglie con bambini piccoli. Ora leggiamo che si sta concretizzando il progetto (unica nota positiva, il mezzo elettrico), ma che il servizio sarò per tutti, nessuno escluso. Manca che si concretizzi - idea depositata nei reconditi cassetti amministrativi - pure la circonvoluzione col trenino della “Poza de Laghel”, con tanto di chiosco, tavoli, ombrelloni, panini imbottiti.

Ma ci rendiamo conto che stiamo facendo diventare tutto come Gardaland?» attacca il Comitato Salvaguardia Olivaia. Passi per la visita al castello per anziani e portatori di handicap con mezzi appropriati, osserva, «ma tutti gli altri? Le persone non possono godersi la brezza dell’olivaia, i profumi, la tranquillità, i silenzi di Laghel, la soddisfazione di raggiungere un luogo per apprezzarne le bellezze facendo una breve passeggiata? 15-30 minuti di camminata sono troppi?».

Secondo il sodalizio ambientalista il problema non è tanto l’opera in quanto tale ma il rischio di snaturare il castello arcense. Secondo il comitato, infatti, «ci sono certamente opere pubbliche ben più urgenti», tra cui «ciclabili urbane che tanto latitano. Quali sono le motivazioni socio-ambientali alle quali ci si aggrappa? Forse l’opera in sé ad alcuni non sembra chissà cosa, ma il pericolo è l’atteggiamento culturale che sta alla base di queste scelte in un territorio come il nostro che già soffre una massiccia presenza turistica» dove dovrebbe «essere il turista che si adatta ai luoghi e alla loro autenticità e non il contrario. Portare le persone al castello è un po’ trasformarlo in un gioco», è una «scorciatoia che non ci convince».

Come riportato da l’Adige nelle scorse settimane, i lavori di adeguamento del percorso di accesso al castello prenderanno il via nelle prime settimane del 2022. La giunta comunale di Arco ha già approvato il progetto esecutivo, ultimo passaggio prima dell’avvio dei lavori che saranno realizzati in concomitanza con la chiusura del castello al pubblico.

Del caso si occupa anche una interrogazione della consigliera provinciale dei Verdi, Lucia Coppola. 

«Sostengo con convinzione la presa di posizione del “Comitato Salvaguardia Olivaia” contro il progetto di allargamento della strada che conduce al Castello di Arco, al fine di consentire il passaggio di un mezzo elettrico in grado di trasportare 13 persone alla volta», scrive Lucia Coppola.

«Pare che il progetto, approvato dall’amministrazione comunale di Arco, sarà realizzato nel 2022.

Il Castello di Arco si raggiunge con una breve escursione su un sentiero che sale tra uliveti e cipressi per arrivare fino al castello che con le sue torri domina la piana dell'Alto Garda. Da lassù si può ammirare uno dei più bei panorami del Trentino.

Da anni si parla di turismo sostenibile che consenta ai turisti che visitano la nostra provincia di spostarsi facendo a meno delle auto, rendendo così più forte la capacità di attrazione del luoghi e nello stesso tempo migliorando la qualità di vita della popolazione, preservando l’habitat naturale e il capitale culturale.

È vero che in questo caso si tratterebbe di un mezzo elettrico, ma l’iniziativa del Comune di Arco rischia di snaturare l’autenticità del luogo, comunque raggiungibile in quindici minuti a piedi.

Evitiamo quindi che per la pura comodità di raggiungere con un mezzo meccanico un luogo talmente vicino. speciale e unico si rovini la sua peculiarità e la possibilità di godere di bellezze incomparabili nella pace e nella contemplazione.

Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere: se non ritenga questo progetto del tutto inopportuno e quindi di non stanziare finanziamenti al Comune di Arco per la realizzazione dell’allargamento della strada; se non ritenga che luoghi storici di particolare pregio culturale, magari inseriti in un contesto naturale prezioso e unico, vadano tutelati nella loro integrità evitando di costruire strade che permettono l’accesso a troppe persone, che potrebbero raggiungerlo con quindici minuti di camminata», conclude Coppola.

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