Riva, quelli del Patt ricordano le foibe con Fratelli d'Italia e tricolori: la foto sul sito comunale, ma subito rimossa

RIVA DEL GARDA - Qualche imbarazzo l’ha creato, a cominciare dalla componente più moderata della coalizione di governo e da quel Partito Autonomista di cui la vicesindaca di Riva Silvia Betta è coordinatrice di valle, non certo un tassello qualunque. Perché vedere proprio lei, già consigliera del Pd prima di transitare nelle file autonomiste, dietro uno striscione con le scritte in carattere littorio a commemorare il giorno del Ricordo dei martiri delle Foibe, anche ai piani alti del Patt non ha fatto fare i salti di gioia, visti anche i rilanci social. Di certo la cosa deve aver creato qualche attimo di “disorientamento” anche a Palazzo Pretorio considerato il dietrofront repentino nella comunicazione ufficiale dell’evento.

Mercoledì sera arriva via post il tradizionale comunicato con allegata la fotografia che ritrae tra gli altri la vicesindaca Silvia Betta, l’assessore di Fratelli d’Italia Silvio Salizzoni, il consigliere comunale Nicola Santoni (coordinatore locale del Circolo) e Francesco Barone e Davide Piasente, coordinatori rispettivamente regionale e provinciale di Gioventù Nazionale. La manifestazione è stata organizzata dal Circolo rivano di Fratelli d’Italia e l’amministrazione comunale vi prende parte perché invitata ma il comunicato, oltre che venir inviato agli organi d’informazione, viene pubblicato anche sul sito del Comune. E fa il giro dei social, postato anche sulla pagina Instagram del Patt. Ieri mattina però a Palazzo Pretorio qualcuno cambia idea: il comunicato rimane tale e quale ma la foto viene sostituita con un’immagine di repertorio risalente a qualche anno fa. E le scritte in carattere littorio scompaiono, ovviamente.

La cosa non è piaciuta nemmeno al sezione Alto Garda e Ledro dell’Anpi (l’associazione nazionale partigiani) che in una nota parla di «scatto (tardivo) di dignità». L’Anpi contesta il fatto che «una giunta, rappresentata da una vicesindaca che vuole raccontarsi come “moderata”, si pone dietro un cartello con scritte littorie, accompagnata da rappresentanti politici della città di comprovata fede fascista, ovvero i sostenitori di coloro che si resero protagonisti di inaudite violenze contro la popolazione slovena e croata in tempo di guerra, e che crearono il clima di odio che sfociò in questa terribile tragedia. La giunta - prosegue la nota - asseconda l’uso strumentale delle Foibe per alimentare istanze nazionalistiche. Il dramma non iniziò nel 1943, ma molto prima con la persecuzione delle popolazioni di lingua slovena nei territori istriani e con la ancor più criminale guerra di aggressione e di sterminio condotta dal fascismo nei confronti del popolo jugoslavo. Nessuno nega la Foibe, ma la storia va raccontata tutta».

comments powered by Disqus