Vigili del fuoco: la caserma di Riva verrà trasferita, per liberare viale Rovereto

In un futuro a medio termine, quella della caserma dei Vigili del Fuoco volontari di Riva diventa una presenza difficilmente conciliabile (e quindi problematica) con il progetto di pedonalizzazione di viale Rovereto. Di conseguenza il conto alla rovescia è già cominciato: magari non accadrà domani e nemmeno dopodomani ma il tempo della storica “casa” dei vigili del fuoco rivani è ormai agli sgoccioli.
Il concetto è stato ribadito dalla sindaca Cristina Santi l’altra sera nel corso dell’assemblea ordinaria del Corpo di Riva che ha approvato l’attività finanziaria 2020 e la relazione del comandante Graziano Boroni, alla presenza dell’assessore provinciale Mario Tonina e del commissario della Comunità di Valle Gianni Morandi. «Dovrà essere una filosofia, un progetto e un luogo condivisi al 100 per cento con gli stessi Vigili del Fuoco - ha detto la prima cittadina - dovrà essere un luogo degno di questa attività e centrale rispetto al territorio di competenza, al lago e alla grande viabilità. Sicuramente non molto lontano dall’attuale sede». Nella sua relazione il comandante Boroni ha parlato di un raggio di 700 metri, spostandosi ovviamente verso nord. Ma la collocazione al momento è un rebus anche perché il Comune non dispone di aree proprie in un raggio di quella portata e anche le risorse economiche per affrontare un’operazione del genere non abbondano di certo in questo momento.
Il tema è tornato alla ribalta a fronte della richiesta di dare finalmente seguito al progetto di ampliamento del capannone delle autorimesse della caserma, una necessità più impellente che mai da fine febbraio quando dovrebbe arrivare finalmente la nuova piattaforma da 30 metri. La spesa per l’ampliamento ad est, fino al confine di competenza, si aggira sui 250 mila euro. La giunta Santi frena, ok l’ampliamento ma conteniamo i costi pensando semmai a una struttura modulare e provvisoria visto e considerato che la prospettiva è quella di spostare l’intera caserma mantenendo solo un presidio nella collocazione attuale.
Quanto ai numeri dell’attività 2020, le cifre confermano che si è trattato di un’annata anomala, segnata soprattutto dall’emergenza sanitaria («I contagi nel nostro gruppo sono stati pochi» ha precisato il comandante Boroni) e dal maltempo. In termini assoluti l’interventistica ha fatto segnare una flessione del 3% «ma se consideriamo il periodo di pandemia, dove chiaramente si sono ridotti gli spostamenti, l’affluenza turistica, etc. - ha ricordato Boroni - l’attività va considerata in aumento rispetto al 2019». C’è poi il fattore maltempo: gli interventi per allagamento sono cresciuti del 25%, i tagli pianti del 108% (da 24 nel 2019 a 50 l’anno scorso), le frane addirittura del 190% (10 nel 2019, 29 nel 2020).

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