Sul lago di Garda affollato da eventi e regate allarme e polemiche per il rischio kite surf I circoli velici contro la liberalizzazione

Non c'è posto per tutti nei pochi chilometri quadrati d'acqua concessi alla porzione trentina del Garda. Ne sono convinti i referenti dei circoli velici algoardesani, da pochi mesi riuniti nel «Consorzio Garda Trentino Vela», che chiudendo una stagione tutto sommato non così disastrosa come si pensava a primavera, lanciano un messaggio chiaro e - sembra - definitivo all'altro mondo emergente in ambito velico, quello del kite surf.

Alfredo Vivaldelli, presidente in Fraglia ma anche riferimento per il Consorzio, parte dal bilancio dei quattro mesi in cui si è concentrato il programma dei cinque circoli: «Siamo riusciti a organizzare una trentina di eventi a livello nazionale e mondiale. Inoltre, con la massima attenzione alla sicurezza, corsi settimanali che hanno avvicinato almeno 700 bambini al mondo della vela e qualche decina di adulti. In poco tempo un grande lavoro assicurato da dirigenti, dipendenti e volontari fortemente motivati e appassionati».

Ed ecco poi la questione kite: «Nel rispetto per questo enorme sforzo di tanti, ci sembra giusto e doveroso ricordare che in una fascia di lago così ristretta in cui operano 5 circoli e altre realtà commerciali legate alla vela che da decenni svolgono l'attività fatta di passione e grande professionalità è obbiettivamente difficile trovare spazi per uno sport come il kite.
Siamo consapevoli che il kite porta con sè grandi emozioni e sensazioni fortissime tanto che due circoli del consorzio già coltivano questa specialità nel rispetto di tutte le regole per la sicurezza, ma la liberalizzazione senza regole riaccende le perplessità da noi espresse anche negli anni passati in merito al venir meno della sicurezza se sullo specchio di acqua dovessero navigare decine di tavole, che manovrano in uno spazio ristretto a grandi velocità con cavi lunghi circa 25 metri.

La piccola fascia di lago trentino ospita giornalmente da febbraio a novembre i nostri istruttori con ragazzini che si allenano per le regate ed altri che iniziano i primi approcci alla vela con età che varia dai 7-14 anni e che saranno i futuri velisti o semplicemente appassionati di uno sport da praticare durante il periodo estivo.

La sicurezza è la prima cosa che noi insegniamo ai bambini, ma per questo è necessario che l'ambiente in cui si svolgono le attività sia sicuro. Qualsiasi ulteriore intervento che riducesse i margini di sicurezza metterebbe ancora più in difficoltà la gestione delle attività veliche consolidate, gravando ulteriormente su dirigenti e allenatori».

Vivaldelli, per il Consorzio, va oltre e ricorda la funzione dei circoli che è, «indirettamente, quella di promuovere il territorio e di funzionare da volano per il turismo». Prima di questa strana stagione nelle acque trentine si organizzano circa 260 giorni di regate, portando sul territorio più di 100.000 presenze che influiscono su tutto l'indotto turistico. «È nostro impegno mantenere il più alto possibile il numero di eventi a carattere nazionale e internazionale per contribuire all'economia del territorio» aggiunge Vivaldelli.

Una posizione netta e univoca per il Consorzio nato proprio in questi tempi difficili. Vivaldelli sottolinea poi l'impegno economico di tante attività: «I cinque circoli si sono esposti anche economicamente nonostante il periodo e le difficoltà, poiché a fronte di tante promesse di sponsor istituzionali è stato dato solo un timido riscontro. L'acquisto di boe e gommoni elettrici e aggiornamenti sulle Pilotine ha dato lustro a tutto il Garda per progetti innovativi legati a un convinto approccio green. Tutto il mondo della vela ci osserva con occhi interessati».
Nelle acque antistanti Riva e Torbole oltre alle attività sportive e agonistiche dei circoli, è giusto ricordare che operano anche le scuole di surf, i noleggiatori privati (ad esempio dei pedalò) e circa 300 diportisti privati. Davvero il "fiordo" più trafficato del mondo.

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