La Ponale è chiusa, fa discutere l'idea di "spianarla" di conglomerati

Siamo ormai ad ottobre inoltrato, il primo freddo si è fatto sentire, ma sul Garda questo mese sta regalando ancora giornate ideali per chi ama le escursioni in bicicletta. Peccato però che la Ponale, indubbiamente l’attrazione più gettonata per i cicloturisti di ogni genere che scelgono il lago come meta, sia chiusa per i lavori di messa in sicurezza. E lo sarà per i prossimi sei mesi.

«Ben vengano i lavori: in un posto come quello, la strada più bella d’Europa a picco sul Garda, qualunque cosa succeda può portare alla chiusura» esclama Claudio Torboli, presidente dell’associazione Agba (Alto Garda Bike Arena) che si occupa della manutenzione dei sentieri per mountain bike. «Avete idea dei disgaggi che ci sono sopra la Ponale? Sono incredibili, la messa in sicurezza è un lavoro importante perché questa strada va mantenuta e deve essere sicura», aggiunge.
E a questo proposito Torboli vede di buon occhio anche il progetto anticipato da Marco Benedetti, presidente di Garda Trentino e «Mondo Ponale», di trasformare la Ponale in una ciclopedonale con un fondo di conglomerati. Attualmente è catalogata come sentiero alpino. «Sono d’accordo anche con questa idea» continua Torboli, che ammette però di non conoscere il progetto nei suoi dettagli.

«È un sentiero ormai percorso dai bambini, da chi cammina e dai bikers. Una pavimentazione più sicura farà contenti tutti: i bikers che amano andare più veloci in discesa, chi corre e si sentirà più sicuro senza correre il rischio di finire di sotto e tutti gli altri. Marco Benedetti si è sempre prodigato per l’apertura della Ponale, nonostante puntualmente necessiti di interventi per la sicurezza, perché una ricchezza come questa non ce l’hanno tutti. Quindi è già una fortuna che sia aperta, non sarà certo la chiusura del mese d’ottobre a compromettere il turismo anche se posso capire le lamentele di chi noleggia le bici o delle altre attività che ruotano attorno».

Non sono dello stesso avviso però proprio i noleggiatori di biciclette, che in questi giorni d’autunno recuperano almeno un po’ delle entrate perse la scorsa primavera per colpa del lockdown. «No, assolutamente no. Per me la Ponale deve rimanere così com’è, non va trasformata in una ciclabile perché chi viene la vuole così». Parola di Andrea Dekoven, la proprietaria tedesca del «Garda shop bike» di viale Rovereto, che è risoluta su questo fronte. «Chi viene a noleggiare la bicicletta ci chiede sempre della Ponale, è la prima cosa che chiedono», racconta.

«Anche oggi abbiamo diverse biciclette in giro» continua Raffaello Argentieri, pugliese trapiantato in Trentino che gestisce il negozio di Andrea. «Già c’è da considerare il fatto che con la Ponale chiusa non si può raggiungere Ledro in bicicletta - commentano assieme - ci chiedono ad esempio come poter arrivare a Tremalzo e dobbiamo dir loro che non è possibile in questo momento con la chiusura per i lavori».

Anche questo è un effetto della chiusura della Ponale: non poter raggiungere in bicicletta la val di Ledro e, di conseguenza, tutti quei posti che negli anni hanno saputo arricchire la proposta dell’Alto Garda. Perché se la Ponale è tappa obbligata per ammirare il lago da quella prospettiva e magari scattare anche un selfie, le altre mete sono altrettanto richieste e suggestive.

«Non avrebbero dovuto chiuderla ad ottobre, ma aspettare il mese prossimo» concorda Angelo Rosà, dell’omonimo noleggio che si affaccia su via Damiano Chiesa. «Ci sono ancora turisti in queste settimane, e appena arrivano a noleggiare una due ruote ci chiedono sempre della Ponale anche perché è stata pubblicizzata molto sui siti internet. Ma domandano anche di come poter arrivare a Pregasina o a passo Rocchetta, al “Pernici”, a Tremalzo».

Gli itinerari sul Garda non mancano comunque: resta l’Altissimo da esplorare per esempio o altri percorsi nei dintorni. «Quando saranno collegati alla Ponale messa in sicurezza, allora sì che avremo davvero tanta gente in bicicletta» conclude Torboli.

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