Nel Garda 800 tonnellate di legname e detriti: le reti dei pompieri salvano il lago

di Paolo Liserre

Per quasi quarantott’ore hanno fatto il possibile e talvolta anche di più, alcuni senza mai fermarsi dall’alba di sabato a poco prima della mezzanotte di domenica per poi riprendere la mattina dopo qualche ora di sonno.

Un esercito pacifico e laborioso, quello dei Vigili del Fuoco volontari, che negli ultimi tempi sempre più spesso si trova a dover operare con “armi spuntate” per affrontare emergenze che stanno diventando sempre meno emergenze e sempre più eventi ordinari. Prendete ad esempio le centinaia e centinaia di metri di reti posate alle foci del Sarca per arginare le tonnellate di detriti prima che invadano tutta la parte settentrionale del lago: tra tempesta Vaia, ondata di fine agosto e maltempo di questo weekend, le sollecitazioni alle quali sono state sottoposte ne hanno provato la tenuta e la resistenza e in molti casi sono stati gli stessi pompieri a rimetterle a posto per poterle riutilizzare, compito che nemmeno rientra nelle competenze dei Vigili del Fuoco volontari che dovrebbero e devono pensare solo alla posa di questi argini artificiali. Ma non è tutto: quelle stesse reti posate più volte alla foci del Sarca sono state progettate e realizzate per contenere i detriti di un’ondata di piena da 250-300 metri cubi al secondo. Peccato che quella di sabato sia stata in alcuni momenti pari al doppio, con tutto quello che ne consegue anche in termini di materiale che poi finisce nel lago.

In totale fino a domenica sera i Vigili del Fuoco volontari del Corpo di Riva del Garda impegnati sul fronte del maltempo sono stati una quarantina, alcuni in supporto ai colleghi di Arco, altri a dar man forte agli amici di Dro. L’allarme era scattato sabato alle 5.30 e subito si è iniziato a stendere oltre 400 metri di reti alle foci del Sarca per raccogliere il materiale portato dalla piena annunciata. Alle 10.30, proprio mentre i volontari rivani stavano posando alcuni punti «morti» per il fissaggio delle reti, una botta improvvisa di vento da sud alla velocità di 30-35 nodi ha complicato maledettamente le cose facendo sganciare alcune reti. E il tutto tra l’altro è avvenuto proprio in corrispondenza dell’ondata di piena che è stata, oltretutto, molto maggiore di quanto preventivato e annunciato. Sta di fatto che alla fine la furia del Sarca ha scaricato nelle acque del lago circa 800 tonnellate di legname e detriti, esattamente il doppio di quanto registrato poco più di un mese fa, alla fine di agosto.

Sotto controllo e senza pericoli di sorta almeno per adesso il corso dei fiumi interni al territorio rivano, Albola e Varone, mentre, Sarca a parte, i pompieri rivani sono dovuti intervenire anche per alcuni tagli pianta (uno ieri a Campi), un paio di scantinati allagati e per fornire supporto tecnico alle ditte incaricate di recuperare i detriti della piena alla Baia Azzurra e al Lido Blu. Alle 18 di ieri, una volta messo in sicurezza tutto il materiale, c’è stata una momentanea sospensione dei lavori, fermo restando il monitoraggio continuo della situazione. Momentanea però, perché in serata e nella nottata era atteso un ulteriore e considerevole peggioramento con nuove forti precipitazioni. Con aumento dello scarico nel Sarca a 200 metri cubi al secondo.

 

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