I ladri di zainetti e borse sulla spiaggia da Riva a Torbole identificati dalle telecamere

Il fenomeno è noto da alcuni anni e riproduce sui lidi altogardesani quel che accade fin troppo spesso sulle spiagge al mare. Nell’affollamento dell’alta stagione non è difficile, per un ladruncolo, passare inosservato tra un asciugamani e l’altro, tra un ombrellone e l’altro (dove ci sono) e afferrare con disinvoltura uno zaino, una borsa, un marsupio dileguandosi poco dopo nella quasi certezza che nessuno se ne accorga.

Negli anni scorsi questo tipo di furti si era fatto più frequente, al punto che nell’impossibilità di vigilare su tre chilometri di spiagge (tra Riva e Torbole) con la presenza costante delle forze dell’ordine, si è deciso di collocare una rete di videocamere pensate proprio per vedere là dove l’occhio umano non vedrebbe. Così negli ultimi due anni gli autori di questo tipo di furto - estremamente fastidioso per chi si ritrova beffato proprio quando vorrebbe rilassarsi - sono stati quasi sempre individuati, ora dalla Polizia locale, ora dal Commissariato.

L’anno scorso avevamo raccontato del ladro recidivo che era stato pizzicato più volte dai vigili e che alla fine aveva desistito. Di questi giorni è invece la più recente attività di indagine della Polizia, che ha raccolto la denuncia di una ragazza la cui borsa è sparita sabato sera mentre si trovava in spiaggia con gli amici, per essere ritrovata senza portafoglio poco dopo. La diciassettene rivana domenica si è rivolta al Commissariato e ha sporto denuncia di furto. Una volta sarebbe stato quasi impossibile risalire ai ladri, ma grazie alle videocamere e alle relative registrazioni, gli uomini del vicequestore Salvatore Ascione hanno fatto bottino pieno.

Sono riusciti a recuperare i fotogrammi del furto, ma i due ladri - forse sapendo delle videocamere - si erano coperti per bene il capo con berretti da baseball. Si è andati all’indietro nelle registrazioni, metro dopo metro, spiaggia dopo spiaggia, fino al momento in cui si vedono i due indossare il cappellino e quindi rendersi riconoscibili. Tra l’altro i due erano stati già notati dalla volante e identificati poche ore prima del furto, forse proprio per il loro comportamento sospetto in spiaggia.

«Per la soluzione di questo caso - commenta Ascione - sono stati importanti due fattori fondamentali per ogni attività di polizia giudiziaria. Il primo è stato certamente la costanza nel ricercare gli autori del furto con i mezzi a disposizioni e le immagini private e pubbliche costituiscono, oggi, uno dei punti di maggior riscontro; l’altro, spesso al centro di discussioni, è l’identificazione delle persone. Questo ultimo istituto diviene elemento necessario per conoscere con certezza le persone che insistono su un determinato territorio, dando alle forze di polizia uno strumento indispensabile per la tutela di tutti». 

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