L'ozono contro il Covid-19: «Un'arma da usare di più»

di Davide Pivetti

L’ossigeno-ozono terapia fino a poco tempo fa non era molta conosciuta, ma con il soppravvento della pandemia da nuovo coronavirus è diventato argomento di attualità anche in Trentino. Tra gli esperti in questo settore c’è il dottor Matteo Casarotto, fisiatra, responsabile del reparto di riabilitazione motoria e neuromotoria del San Pancrazio di Arco e membro della Società italiana di ossigeno-ozono terapia (SIOOT).

Che cos’è l’ossigeno-ozono terapia?

«Consiste nella somministrazione di una miscela gassosa di ossigeno e ozono (che è un derivato dell’ossigeno), prodotta da apposite apparecchiature, in quantità e concentrazioni definite da protocolli».

Come viene somministrata?

«Dipende dalla patologia da trattare: infiltrazioni, infusioni endovenose, insufflazioni rettali, uretrali e vaginali, impacchi locali con sacchetti a tenuta stagna, assunzione di acqua da bere iperozonizzata, applicazioni topiche mediante pomate ozonizzate».

Che effetti ha sull’organismo?

«Un’azione germicida, analgesica, antinfiammatoria, miorilassante, stimola il sistema immunitario, migliora il microcircolo e l’ossigenazione dei tessuti, aumenta l’efficacia di alcuni farmaci (antibiotici, chiemioterapici), stimola la rigenerazione tessutale, rallenta l’invecchiamento, scioglie i grassi».

In quali patologie viene utilizzata?

«Tantissime. Ad esempio patologie in ambito fisiatrico, ortopedico, neurologico, reumatologico, dermatologico, urologico, ma anche in ginecologia, infettivologia, pneumologia, gastroenterologia e poi per le terapie vascolari, dibaetologiche, anche oculistiche, allergologiche e in medicina estetica».

Agisce anche sulle infezioni virali?

«L’azione sui batteri, virus e miceti è nota da molti anni. Già nel 1993 il Ministero della Salute confermò la sua validità per via sistemica nelle infezioni. Non c’è agente infettivo in grado di resistere all’ozono. È in grado di distruggere la parete dei batteri, dei virus e dei funghi. Nel caso dei virus, distruggendo il capside virale, disattiva i recettori che normalmente utilizzano per entrare all’interno delle cellule, in questo modo il ciclo riproduttivo virale si interrompe».

È efficace anche sul coronavirus?

«Assolutamente si. Su proposta della SIOOT e in accordo con l’Istituto superiore di sanità attualmente sono circa 16 gli ospedali in Italia che la stanno utilizzando. I primi risultati sono incoraggianti, già dopo poche sedute le condizioni cliniche migliorano nettamente, i pazienti vengono estubati e molti non hanno la necessità di essere intubati. Il dato immediato che emerge è che prima si interviene e più velocemente il paziente migliora e guarisce».
Come vengono trattati i malati di Covid-19?
«Il trattamento consiste secondo il protocollo della SIOOT nella somministrazione della miscela di ossigeno-ozono per via sistemica: si prelevano circa 200 grammi di sangue in apposite sacche resistenti all’ozono e, dopo averlo arricchito con la miscela gassosa, viene immediatamente reinfuso in circolo».

Quali sono i meccanismi d’azione dell’ozono contro il virus?

«L’ozono è in grado di esercitare essenzialmente tre azioni distinte e sovrapposte: inattiva il virus, potenzia le difese immunitarie, riduce il processo infiammatorio».

È opportuno trattare con l’ozono anche i pazienti guariti dall’infezione?

«Secondo quello che vediamo sì. L’ideale è trattare tutti i pazienti contagiati dal virus, sia gli asintomatici sia i malati. Mi auguro che tutti gli ospedali e i presidi medici in Italia vengano dotati in fretta di un servizio di ossigeno-ozono terapia ambulatoriale gestito da medici esperti che utilizzano i protocolli elaborati dalla SIOOT. Finché non avremo un vaccino ad hoc dobbiamo assolutamente sfruttare al meglio le poche armi efficaci che abbiamo a disposizione».

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