Uscì di casa con i coltelli per uccidere il fratello Processo per tentato omicidio

di Paolo Liserre

Bisognerà attendere il prossimo 26 giugno per conoscere il verdetto del tribunale di Rovereto a carico di un rivano di 31 anni (M.S. le iniziali, residente in una zona molto popolare della città) arrestato il 27 settembre scorso dagli agenti della Polizia Locale perché armato di due coltelli si stava dirigendo sul luogo di lavoro del fratello con l’intento manifesto, secondo l’accusa, di ucciderlo. Ieri mattina, di fronte al collegio giudicante presieduto dal giudice Riccardo Dies, sono comparsi la sorella, il fratello e il padre dell’imputato oltre ai vigili urbani intervenuti in quella circostanza e al perito incaricato dalla pubblica accusa.

Quel giorno di fine settembre l’allarme scattò attorno alle 13. Era stata la sorella a chiamare il 112 e avvisare le forze dell’ordine dell’intento dell’uomo che nel frattempo era già uscito di casa a torso nudo e si stava dirigendo verso la zona dell’Hotel Rudy con in mano un coltellaccio da cucina con una lama affilattissima di 20 centimetri, oltre a un’arma da taglio con lama di 8 centimetri. Un agente della Polizia Locale lo individuò poco a nord del supermercato MD di viale Trento ma la pericolosità del soggetto suggerì di attendere l’arrivo dei rinforzi per intervenire.

Pochi istanti dopo due pattuglie lo intercettarono all’altezza della rotatoria dell’Agraria e dopo aver tentato inutilmente di farlo desistere verbalmente entrarono in azione. Uno lo spinse contro una panchina e quando l’uomo è caduto a terra i colleghi lo bloccarono riuscendo a disarmarlo. Addosso gli agenti gli trovarono un altro coltello e una scatola di medicinali. In un primo momento l’uomo venne trasferito nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Arco ma non sussistendo i presupposti per configurare una seppur momentanea incapacità di intendere e di volere, il fermo si tramutò in arresto e custodia cautelare in carcere con l’avallo del magistrato di turno (il sostituto procuratore Fabrizio De Angelis). Dopo un periodo di carcere, l’uomo ottenne gli arresti domiciliari ma il mancato rispetto degli obblighi previsti lo riportò dopo poco dietro le sbarre della casa circondariale di Spini di Gardolo.

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