Riva, allarme per le spiagge: «Con queste norme impossibile garantire l'accesso ai bagnanti»

di Barbara Goio

Si tratta di una lingua di terra di incomparabile bellezza e lunga pochi chilometri, ma è su questa striscia che si gioca il destino dell’estate nell’Alto Garda: sono le spiagge libere che da Riva a Torbole accolgono e rinfrescano ogni anno migliaia di turisti. E che tra alcuni giorni potrebbero essere nuovamente aperte ai bagnanti. «Se dobbiamo seguire i protocolli previste dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità, ci troviamo davanti ad un problema gigantesco» spiega il sindaco di Riva del Garda Adalberto Mosaner. Che ammette: «La normativa per le spiagge libere ha talmente tante indicazioni che sarà davvero complesso rispettarle tutte: si va dal controllo dei punti d’accesso, con le informazioni in diverse lingue, alla mappatura degli spazi per decidere la capienza della spiaggia, che va delimitata in parcelle codificate e assegnate su prenotazione, preferibilmente con una app. E poi, come si fa a controllare che chi accede non sia malato? Dobbiamo mettere dei termoscanner? E come separiamo le particelle, con dei paletti o dei nastri, che poi l’ora si porta via o che dobbiamo controllare anche di notte?». E ancora: «Dovremmo essere in grado, se si verifica un contagio, di tracciare chi era nei pressi; come dovremmo essere in grado di tutelare chi lavora nella gestione della spiaggia. Tra le ipotesi, al riguardo, c’è quella di rafforzare il monitoraggio di “Spiagge Sicure” ma se ci rivolgiamo ai volontari o ai collaboratori del Terzo Settore, se poi qualcuno di questi o anche un semplice bagnante si prende il Covid in spiaggia, chi ne deve rispondere? Il sindaco? Insomma la situazione è davvero complessa, tanto che anche gli assistenti bagnanti, per assurdo, dovrebbero avere tutte le protezioni addosso quando soccorrono qualcuno in acqua. Queste sono linee guida elaborate ad un tavolo in cui raramente noi amministratori del territorio siamo presi in considerazione».
«Sono tanti i protocolli di cui si parla - precisa il sindaco di Nago Torbole Gianni Morandi - e noi abbiamo bisogno di certezze. Lunedì mattina ci ritroveremo alla conferenza dei sindaci per provare a concordare norme che siano uniformi per tutti i comuni dell’Alto Garda e Ledro. Ma una cosa la voglio subito sottolineare: siamo contrari ad una militarizzazione delle spiagge. Il messaggio che alla fine deve poter arrivare è: venite nell’Alto Garda, è bello ed è anche una zona sicura e presidiata, perché le regole sono rispettate».
Conclude Morandi: «L’idea è di fare molta informazione e poi puntare sulla presenza di “steward” che siano in grado di consigliare, dare indicazioni e, in casi più critici, chiamare le forze dell’ordine. Io sono stato tra i primi a chiudere, ancora a febbraio quando ho cancellato la “sbigolada”, ma adesso vorrei confidare nel senso di responsabilità delle persone, che hanno comunque dovuto affrontare il dramma del Covid e sanno che non è il caso di rischiare inutilmente. Intanto abbiamo concluso un disciplinare sui servizi igienici e aumenteremo gli spazi esterni ai bar sulla spiaggia. E dove c’è servizio sdraio, si provvederà a sanificare e osservare le disposizioni».

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