Lo studio sulle correnti del Garda basato sull'esperienza della gente: velisti, sub e pescatori con UniTN

Partendo dalla conoscenza della gente i ricercatori dell’Università di Trento hanno descritto con un modello matematico fenomeni come il trasporto di detriti a seguito di eventi di piena e «Corif», una corrente superficiale che si sviluppa lungo la costa orientale del lago di Garda grazie alla spinta dell’Ora. È stata ricostruita, inoltre, la vicenda di una barca che si era rovesciata il 6 agosto 2017 nella parte settentrionale ed era stata ritrovata due giorni dopo alla deriva a decine di chilometri di distanza.
Lo studio, nato dal lavoro di Giuliano Morini e Marina Amadori, ha avuto eco grazie alla pubblicazione sulla rivista internazionale «Science of the Total Environment».

«L’articolo si distingue da molti altri perché è centrato sulla collaborazione tra ricercatori e utenti del lago, un tema inusuale nella routine dei lavori scientifici. È stato un progetto di cittadinanza», commenta Marco Toffolon, dell’Università di Trento, professore di idraulica al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’ateneo e coordinatore dello studio.

I protagonisti sono stati velisti, surfisti, sub, pescatori, la squadra nautica del Corpo dei Vigili del fuoco permanenti di Trento, piloti dei traghetti e tecnici dell’Agenzia provinciale per la protezione ambientale. A loro è stato chiesto di raccontare ciò che sapevano su venti, correnti superficiali e profonde, trasporto di oggetti galleggianti (tronchi, boe, barche), eventi curiosi ed eccezionali. Le informazioni raccolte sono state confrontate con i risultati di un modello numerico tridimensionale del lago di Garda, messo a punto dallo stesso gruppo di ricerca in collaborazione con l’Università di Utrecht (Paesi Bassi) e in grado di simulare le correnti del lago. (foto Davide Pivetti)

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