«Affronto il virus da guerriero» La battaglia di Mauro Tomasi all’interno della Rsa di Riva

di Davide Pivetti

«Oggi vi dò una notizia non bella: ho il coronavirus. Dopo tre giorni di sintomi febbrili ho fatto il tampone e quello ieri lo ha confermato».
Mauro Tomasi non è mai stato uno che usa mezze frasi. Anche stavolta è andato dritto al bersaglio e ha colpito. Sicuramente ha colpito le migliaia di amici, conoscenti, estimatori e veri e proprio fan che ha in tutto l’Alto Garda e anche più lontano.

Tomasi vive da anni all’Apsp «Città di Riva», cioè l’ex casa di riposo. Non perché sia anziano - tutt’altro - ma perchè dopo il grave incidente avuto ha bisogno di una residenza in qualche modo assistita. Proprio da lì, da via Ardaro, arriva il suo messaggio: «Vivo alla casa di riposo dal 2010. Qui siamo in circa 80 ospiti più operatori. Si sapeva benissimo che il rischio era altissimo, ed infatti i contagi ci sono stati sia negli ospiti che negli infermieri ed operatori. È successo e sta succedendo in tutta Italia. Voglio precisare che è dall’8 di marzo che non esco dalla struttura (quel giorno avevo fatto una “ultra” da 52,5 chilometri con un ottimo tempo di 8:18, nonostante il vento, quindi stavo benissimo. Dal 9 marzo in poi è stato imposto il divieto di uscire. E io ho rispettato il divieto. Quindi è dato per certo che il virus lo ho preso al ricovero. Non scrivo questo per dare colpe a nessuno, ormai quello che è stato è stato. Forse si doveva fare qualche cosa di più prima».

Tomasi si è sempre trovato bene in via Ardaro: «Voglio precisare che Io sono contento di vivere in questa struttura, io la ritengo “la mia casa”, mi dispiace molto quello che sta succedendo tra gli ospiti ed anche tra agli operatori, infermieri e medici, che sono a rischio contagio e temono di portarlo anche fuori, nelle proprie abitazioni e famiglie. Hanno tutti la mia ammirazione. E nonostante tutto anche ora sono molto disponibili e gentili. Per me sono tutti eroi!».

Lo spirito resta alto, come sempre nel cuore del maratoneta: «Sono nella mia stanza da solo, ho iniziato una terapia con farmaci, e vado avanti. Vedo di restare su una frequenza positiva, intuitiva e creativa. Nonostante la febbre strana che varia da 36,3 a 37,5 a volte, mi sento bene, ma io in questo caso faccio “poco testo” la mia soglia del dolore è molto alta quindi sto quasi sempre bene. Vedremmo più avanti se il mio corpo “il mio albero” riuscirà a reagire anche lui come la mente. C’è chi dice che la vita dà delle prove solo a chi sa che può superarle. A me veramente ne ha date tante e fino ad ora le ho tutte superate. Intanto faccio la mia “vita normale”. Studio (sono in quinta geometri) faccio videolezioni del serale e vado avanti. Io ricordo che sono anche un Maratoneta e un Guerriero, so che per arrivare in fondo bisogna combattere e io combatterò sempre fino alla fine».

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