Torbole: il 23enne trovato morto in casa dopo giorni di febbre è stato ucciso dalla meningite

di Davide Pivetti

Non era Coronavirus - come peraltro stabilito da due tamponi a distanza di diversi giorni, risultati entrambi negativi - ma è stata comunque una malattia virale e molto pericolosa a portarsi via ad appena ventitre anni Gian Mario Mura, il ragazzo di 23 anni Porto Torres trovato senza vita nel suo appartamento di via Matteotti a Torbole la mattina del 20 marzo.

Gli accertamenti patologici e in particolare gli esami istologici effettuati dall’Azienda sanitaria provinciale hanno accertato che il ragazzo sardo è morto per meningite. E questo spiega anche i sintomi con i quali il giovani ha dovuto combattere negli ultimi giorni della sua malattia: il forte mal di testa e la febbre sempre più alta che non scendeva neppure con gli antiperitici.
A confermare l’esito degli esami è la famiglia Mura, in particolare la sorella Manuela: «Abbiamo avuto comunicazioni ufficiali dai responsabili sanitari trentini - raccontava ieri al telefono da Porto Torres - non è stata fatta l’autopsia, ma gli esami istologici parlano chiaro. Più avanti si capirà anche di quale ceppo di meningite si tratta, e quanto contagiosa».

Il corpo di Gian Mario è ancora a Riva e i tempi per il suo trasporto in Sardegna non sono noti: «Non abbiamo ancora chiaro l’iter burocratico, soprattutto in questa fase resa più complessa dall’epidemia» dice la sorella.

La meningite ha diversi tassi di contagiosità e la preoccupazione torna quindi ai colleghi della «Servizi Italia» dove il giovane lavorava: «Ho saputo da poco della meningite - diceva ieri sera Franco Bonisolli, direttore dello stabilimento arcense - ne parleremo con il medico aziendale, ma sappiamo che i tempi di incubazione sono piuttosto brevi, e di giorni invece ne sono passati molti. Siamo quindi piuttosto tranquilli». Alla «Servizi Italia» si continua a lavorare a pieno ritmo a sostegno di tutti gli ospedali trentini.

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