Cane salvato in extremis da un boccone con topicida gettato in giardino

Un cane ucciso con le lamette, l’altro avvelenato ma salvato dalla prontezza di riflessi del suo padrone. Due episodi diversi, entrambi odiosi, contro gli amici a quattro zampe.

Gli accertamenti di laboratorio compiuti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie a Trento hanno purtroppo confermato quanto si sospettava: in via Lavino a Riva del Garda alla fine di luglio ignoti hanno tentato di avvelenare un cane. Per questo Comune e Polizia locale raccomandano la massima attenzione e collaborazione.

Il tentato avvelenamento è avvenuto in un giardino privato. Il cane è stato salvato dal proprietario, che si è reso conto dell’ingestione, da parte dell’animale, di una sostanza sospetta, e dopo avergli impedito di ingerirne ancora, lo ha portato dal veterinario, il quale gli ha indotto il vomito farmacologico e l’ha sottoposto alle cure del caso.

La sostanza sospetta è stata sottoposta ad accertamenti, che hanno confermato la presenza di un potente topicida. La Polizia locale, che ha avviato le indagini, raccomanda la massima attenzione e, nel caso di avvistamenti anomali (come sospette esche avvelenate), di segnalarlo tempestivamente (telefono 0464 900200).

Costituisce reato provocare a un animale «per crudeltà o senza necessità» sia la morte (reclusione da quattro mesi a due anni), sia «una lesione» (reclusione da tre a diciotto mesi o multa da 5.000 a 30 mila euro). Simili atti comportano gravi rischi anche per la salute e l’incolumità delle persone, si raccomanda di rivolgersi tempestivamente a un medico veterinario.

Il Comune ricorda anche che c’è un preciso divieto «di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati».

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