Grattarola, diversi casi sulle spiagge Colpiti soprattutto i bambini

di Stefano Ischia

Alcuni casi di "grattarola" ogni giorno; le famiglie con bambine e bambini colpiti da arrossamenti o pustole pruriginose - i piccoli sono i soggetti più sensibili - si rivolgono alle farmacie di Riva del Garda, Mutalipassi, Comunale e Accorsi, per ottenere qualche sollievo o qualche antistaminico. La zona interessata è «la spiaggia Sabbioni ma anche Purfina». Ovvio che non tutte le famiglie "colpite" si rivolgono in farmacia, per cui i casi nelle ultime settimane potrebbero essere qualche decina.

«Si tratta di un fenomeno ricorrente: ogni estate - spiega Massimo Accorsi , farmacista e assessore all'ambiente di Riva - ci sono dei casi. In tutti i laghi con anatidi la dermatite è presente. Ai Sabbioni magari è più frequente perché c'è l'acqua bassa; in quelle profonde la cercaria non c'è». Del resto «il lago non è una piscina - spiega il veterinario provinciale Sandro De Guelmi - è un ambiente vivo in cui sono presenti anche gli animali e anche i pennuti. Si tratta di convivere in maniera equilibrata».

Anche se le irritazioni cutanee legate alla balneazione possono avere cause diverse, la dermatite del bagnante è dovuta in genere alla convivenza dei pennuti e delle persone. «Le ipotesi - dice De Guelmi - sono sostanzialmente due: l'azione di tossine algali o la cercaria di Schistosomi». Questa si manifesta con un esantema allergico causato da cercarie e cioè parassiti pressoché invisibili che in ambiente acquatico come il Garda possono attaccare uccelli (anatre, cigni, gabbiani...). I parassiti producono uova che vengono evacuate dagli animali tramite le deiezioni. Le uova evacuate si schiudono rilasciando piccole larve che nuotano liberamente nell'acqua alla ricerca di lumachine acquatiche da parassitare. Le larve microscopiche si attaccano nelle lumachine, all'interno delle quali si sviluppano diventando cercarie, per poi essere nuovamente evacuate nell'acqua. Le cercarie cercano un animale, un pennuto in cui annidarsi, ma possono anche penetrare nella pelle di bagnanti, provocando reazioni allergiche. È un ciclo: le cercarie cercano un ospite definitivo adeguato come un'anatra, in modo da iniziare da capo il giro. Gli esseri umani non possono essere di fatto ospiti definitivi perché le cercarie non riescono a penetrare all'interno dell'organismo umano e muoiono rapidamente. In ogni caso quando le cercarie aggrediscono la cute provocano pizzicori, pruriti e bruciori, piccole pustole rosse o piccole vesciche; che si possono manifestare subito o anche nelle ore successive e il prurito può durare anche una settimana.

«Ci sono alcuni accorgimenti per prevenire il problema e tra questi quello principale - spiega Accorsi - è farsi la doccia appena usciti dall'acqua, magari col sapone. Lasciarsi asciugare al sole, infatti, costringe le cercarie a introdursi nella pelle quando questa si asciuga. In caso di pruriti, pustole o vesciche si può ricorrere ad alcuni rimedi, anche agli antistaminici».
Il dottor Antonio Scalise dell'ufficio Igiene pubblica riferisce di «non avere riscontri perché in pochi casi ci si rivolge al pronto soccorso o al medico; e comunque è una dermatite non pericolosa; è nell'ordine naturale delle cose se vogliamo mantenere le paperelle nel nostro bel paesaggio».

Nel 2016 su richiesta del Comune di Riva del Garda, De Guelmi, aveva preparato una relazione con allegato il censimento degli anatidi sul Garda, dalle foci del Varone a punta San Nicolò, riportando tra i 60 e i 100 esemplari di pennuti presenti e consigliando un trattamento specifico.

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