Incidente di Brenzone: indagata la mamma al volante, che ha perso il bambino e sua sorella nello schianto

La Procura della Repubblica di Verona ha aperto un fascicolo per il reato di omicidio stradale per l’incidente di due sere fa a Brenzone sul Garda. Indagata è la mamma del piccolo, come anticipato dal Corriere di Verona. La donna, 25 anni, alla guida della sua auto, è andata a schiantarsi contro il muretto di cinta di un albergo sulla Gardesana, dopo avere invaso la corsia opposta. Una prima ipotesi lascerebbe spazio ad un fatale colpo di sonno.

Il sostituto procuratore Gennaro Ottaviano, che coordina l’indagine, ha acquisito il video della telecamera di un circuito di videosorveglianza che ha ripreso tutto il tragico schianto.

La mamma di Dro - anche lei ferita - al volante della sua auto ha causato il grave incidente nel quale hanno perso la vita suo figlio di 22 mesi, Amir Moujab, e sua sorella Fatima Zahra, 26 anni.

Giovedì sera, poco dopo le 19, la loro vettura, una Ford Fiesta grigia è finita in un violentissimo schianto frontale contro un muretto di meno di un metro di altezza, a lato della Gardesana orientale, davanti all’hotel Belfiore, poco a sud di Porto in territorio comunale di Brenzone.

A bordo anche uno zio del piccolo, tutti e quattro di origine marocchina e residenti a Novellara in provincia di Reggio Emilia anche se domiciliati da qualche mese a Dro. Lo scontro è stato devastante, e sia il bimbo sia la zia erano sui sedili posteriori, il piccolo nel seggiolino, mentre davanti c’era lo zio trentottenne e alla guida la mamma di 25 anni, Souad Kiass.

Dolore, incredulità e tanta commozione nella comunità droata per il grave incidente stradale.
«Una tragedia che colpisce tutta la comunità marocchina di Dro, dove le due famiglie da qualche tempo risiedevano nella grande casa che si affaccia su piazza Repubblica - spiega Adberrahman Zeidane presidente dell’associazione La Speranza, punto di riferimento per tanti marocchini e nord-africani di Dro e dell’Alto Garda - assieme avevamo festeggiato da poco la fine del Ramadan cercando di unire e sostenere tutte le famiglie locali. Abbiamo ricordato nella preghiera del mezzogiorno queste due giovani vite, ora ci impegneremo per trovare le risorse necessarie a sostenere i loro cari nelle spese dei funerali e il rimpatrio delle salme».

Famiglie riservate che svolgevano lavori saltuari, ma unite da una grande solidarietà, con la zia Fatima che accudiva il piccolo Amir, mentre la mamma lavorava presso una realtà ricettiva gardesana. «Di fronte a tali tragedie non si sono parole, ma solo la preghiera e l’affidamento alla volontà di Dio - ripeteva ieri a Dro lo zio Hajjaj - era bello vedere il piccolo Amir giocare assieme ai miei due figli. Lui erano ancora troppo piccolo per frequentare la scuola materna, ma sapeva sempre coinvolgere e strappare un sorriso a tutti. Sempre davvero impossibile che non sia più con noi».

«In tanti in queste ore hanno voluto esprimere solidarietà e vicinanza alle due famiglie - spiega Zeidane - le due giovani vittime saranno ricordate anche nell’incontro di preghiera previsto a Riva del Garda, ma confidiamo nell’aiuto di tutti per sostenere le spese necessari ai loro funerali».

«Un grave lutto che ha profondamente colpito e rattristato l’intera comunità droata - spiega il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi - esprimo vicinanza e cordoglio da parte dell’intera amministrazione comunale che si attiverà per sostenere, attraverso adeguati strumenti e servizi sociali, le esigenze delle famiglie colpite. Siamo vicini ai genitori del piccolo Amir, bimbo nato in Italia e che aveva scelto con la famiglia Dro per un futuro di speranza e vita serena, sogni interrotti troppo in fretta in una sera di inizio estate».

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