Agraria di Riva chiude in bellezza

Agraria di Riva del Garda viaggia a gonfie vele: il 2018 si preannuncia ottimo per vino e olio ma anche i bilanci del 2017, portati ieri in assemblea a Palacongressi dal presidente Giorgio Planchenstainer, sono d’oro.
 
I valori della produzione della società cooperativa agricola sono saliti da 10,107 a 11,132 milioni di euro (+9,21%). Un risultato possibile grazie alla crescita dei ricavi da vendita di olio che nel 2017 è stata pari a 1,183 milioni (+26%); dalla vendita di vino all’ingrosso per 1,131 milioni (+14%), dal conferimento vino a cantine per 27 mila euro (+35%) e a Cavit per 4,712 mln (+21%) e dai ricavi della Corte del tipico per 3,255 mln (+5%).
 
In consiglio d’amministrazione confermati Stefano Prandi e Andrea Santoni mentre Fabio Pellegrini è sostituito da Alberto Andreasi. Il colleggio sindacale sarà composto da Augusto Betta, Giacomo Bernardi e Enzo Zampiccoli. Sono 313 i soci della cooperativa; buona parte ieri pomeriggio ha approvato i rendiconti economici chiusi al 20 giugno 2018, rinnovato parte del cda.
 
«L’annata 2017 è stata, per le nostre produzioni di uva e di oliva, dal punto di vista qualitativo e quantitativo - ha esordito il presidente - una delle migliori. Nonostante alcuni nostri vigneti abbiano accusato un forte attacco di peronospora, con forti diminuzioni della produzione, l’incantinato è restato stabile per via dell’aumento della superficie viticola, attraverso l’ingrandimento di alcune aziende e l’introduzione di nuovi soci: dato molto importante questo, che dimostra una crescente fiducia nella nostra cooperativa. Per quanto riguarda le olive è stato l’anno record dal punto di vista della resa in olio (media frantoio 19,97%). Non si ricorda a memoria d’uomo una resa così elevata nell’Alto Garda: questo ha comportato che pur con una produzione inferiore del 30% in termini quantitativi abbiamo prodotto una quantità di olio leggermente superiore all’anno precedente. Prosegue l’attività di sviluppo e ricerca la quale sta già dando dei buoni risultati».
 
La qualità dei vini con il nuovo packaging e gli affermati marchi Uliva 46parallelo per l’olio, «hanno contribuito - ha spiegato Planchenstainer - all’immagine e hanno dato  una forte connotazione di identità territoriale» sottolineando l’apertura di nuovi mercati all’estero ma soprattutto in Italia.
 
I dati più significativi illustrati all’assemblea due dati su tutti: Uva, vendemmia 2016,  conferiti 35.030 quintali; vendemmia 2017, conferiti 35.497 quintali: «l’aumento del 1,33% in termini quantitativi corrisponde a un aumento della remunerazione ai soci del 17.50%. pari a 650.223,00 per un totale di 4.366.945,00». Olio extravergine di oliva: resa media in olio di 13,56% e retribuzione media pari a 13,08 euro, che equivalgono a 175,65 euro a quintale di oliva».  La resa media in olio è stata del 19,97% «e la retribuzione media pari a 13,14 euro, che equivalgono a 270,95 euro al quintale di oliva. Quindi la quantità inferiore di olive è stata compensata in maniera forte dalla resa e dal prezzo al chilogrammo pressochè invariato». I risultati hanno consentito «di distribuire un ottimo liquidato ai soci».
Nella vendemmia 2017 sono stati incantinati 35.493 q.li di uva, attestandosi sugli stessi livelli del 2016. Diversi anche i progetti nel campo delle attività di ricerca e sviluppo in collaborazione con la Fondazione Mach.
 
La Corte del tipico «conferma il proprio obiettivo di contribuire a migliorare la remunerazione dei prodotti agricoli dei soci, sia perché partecipa alla copertura dei costi fissi e generali di gestione, sia perché promuove la vendita diretta al consumatore finale dei nostri vini e dell’olio».
 

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