Di notte da tutto il Garda per la "Fiaba" in barca

di Davide Pivetti

C’era un tempo in cui la «Notte di Fiaba» viaggiava sull’acqua. Quando cioè i “carri allegorici” erano dei barconi e sfilavano di fronte al lungolago prima dello spettacolo finale.

Una dimensione che si è completamente persa, anche se gran parte dei “proiettili” partono da zatteroni ancorati nel golfo tra Punta Lido e la Rocca.

C’è però ancora un’«anima» nautica nella «Fiaba». Quella che ogni anno spinge decine di velisti, barcaioli e diportisti ad affrontare il lago di notte per vedere i fuochi da un’altra angolazione.

Un po’ quello che fanno gli appassionati di montagna quando vanno a vederseli dai rifugi attorno alla Busa. Ovvio che la prospettiva cambia completamente e invece di vedere dei puntini luminosi in lontananza si finisce quasi per essere sovrastati dai fuochi al largo di Riva.

Anche questa volta c’era una trentina di natanti - dai traghetti di «Navigarda» ai più piccoli cabinati - a far da cornice ai fuochi, molti venuti anche dal basso lago.

La tradizione è rispettata ma fino a qualche anno fa molte barche tra quelle che uscivano per la «Fiaba» si adornavano di catenarie e lampadine luminose fino in cima all’albero. Uno spettacolo nello spettacolo che si sta perdendo. Domenica c’era solo un «Meteor» in acqua con quel triangolo di luci.

Gli organizzatori della «Fiaba», che hanno annunciato ritocchi e novità alla formula, potrebbero in futuro coinvolgere anche i circoli e le associazioni veliche per ridare al golfo rivano quel tocco di magìa in più, a costo zero. 

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