Sopra i tetti di Riva c'è il tesoro di Maso Ronc

di Davide Pivetti

olti rivani, magari i più giovani, non sanno nemmeno dell’esistenza di Maso Ronc e probabilmente si sono domandati più volte cosa sia quel grande edificio che spunta sulle pendici della Rocchetta e che, fino al 1990, era l’hotel «Maddalena».

Due realtà architettoniche accomunate dal medesimo destino, quello di essere un po’ dimenticate dalla comunità rivana, anche se in realtà hanno “genetica” diversa.

Il maso, infatti, è di proprietà comunale e ha una storia secolare, l’ex albergo è privato e in attesa di un rilancio.

Dopo anni di totale silenzio - anche se il recupero di Maso Ronc figurava nei programmi amministrativi della giunta tre anni fa - qualcosa si muove, soprattutto grazie all’associazionismo e in particolare al sodalizio guidato da Graziano Riccadonna, la «Pinter».

Domenica l’associazione ha organizzato un’escursione tra Maso Ronc e la Maddalena per toccare con mano la realtà di quei luoghi. Idea che è piaciuta non solo ai soci ma anche a diversi cittadini e rappresentanti del mondo culturale cittadino.

Una trentina, alla fine, i partecipanti all’escursione durata tre ore e partita da via Bastione prima delle 16. Il gruppo, affrontati i primi tornanti che portano alla fortezza veneziana, ha poi deviato verso Maso Ronc. Impossibile accedere al seicentesco edificio in stato di abbandono, ma di fronte ai suoi muri in pietra è stato riproposto il recupero funzionale del compendio.

L’idea è quello di ristrutturarlo e di utilizzare i suoi bellessimi terrazzamenti sulla città per farne il giardino botanico di Riva, attribuendo ad ogni terrazzamento il nome di uno dei venti del Garda. Idea suggestiva, che riempirebbe un vuoto nell’offerta turistica e culturale della città che darebbe vita ad un luogo aperto a cittadini, scuole, studenti, artisti, pensatori. Lassù, d’altronde, è facile trovare una buona vena.

La comitiva si è poi spostata alla Maddalena, dove il proprietario dell’area, Luciano Baroni, ha ricordato l’attività dell’hotel e ragionato sulle prospettive future. Il gruppo ha potuto vedere la chiesetta di Santa Maria Maddalena, che risale al Duecento e conserva affreschi del Trecento oltre a due busti dedicati a San Vigilio e San Brizio (ad illustrarne le peculiarità Marianna Raffaelli, di Volano, docente di storia dell’arte). Qui il maestro Daniel Demirci ha incantato la comitiva interpretando con il suo violino tre brani in un’atmosfera di assoluta suggestione.

Il rilancio di Maso Ronc era stato oggetto, nei mesi scorsi, di un’iniziativa di «AD» (rappresentatal'altro giorno dal coordinatore locale Claudio Chiarani). Per la Maddalena la proprietà sembra disposta a rivedere le cubature attuali, purché il Comune rimetta mano alla strada d’accesso.

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