Modena e Degara: ex Cattoi, qualcuno fa finta di non sapere

«Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire». Riprendendo un vecchio detto che non passa mai di moda, Carlo Modena e Giuseppe Degara tornano a far sentire la loro voce nella polemica infinita che accompagna presente e futuro dell’area ex Cattoi di viale Rovereto.

All’indomani delle dichiarazioni rispetto all’iniziativa di una sottoscrizione coinvolgendo imprenditori locali che sarebbe stata «bloccata» dal sindaco Mosaner, da ambienti della maggioranza di governo sono emerse perplessità, dubbi, interrogativi.

Dal capogruppo del Pd e presidente della commissione urbanistica Gabriele Bertoldi e alla consigliera dell’Upt Isabella Iandarino.

«Troviamo sorprendente l’atteggiamento di chi non sapeva - scrivono in una nota i due - come hanno letto questa volta sul giornale le nostre considerazioni, non potevano quei dietrologi che temono chissà quali strani disegni, non avere letto a suo tempo le notizie dell’intenzione e della sottoscrizione riportate con grande spazio e dovizia di particolari da entrambi i quotidiani locali più diffusi.

In risposta a quelle proposte sono arrivate le adesioni dei sottoscrittori ma stranamente esse sono passate inosservate a chi dice ora di non avere saputo».

«Prendendo atto del “vespaio” scatenatosi, a conferma che probabilmente qualche nervo scoperto c’è e provoca fastidi - incalzano Modena e Degara - volevamo precisare che quanto abbiamo detto l’avevamo messo per iscritto e quindi è facilmente verificabile.

Si può  con grande tranquillità, leggendo senza le lenti della prevenzione, capire che lo spirito che ci ha animato non era polemico e non era nelle nostre intenzioni attaccare nessuno, semmai stimolare (nuove) riflessioni costruttive. E’ vero quanto ha dichiarato il sindaco: non abbiamo mai formalizzato la proposta (se formalizzare significa scrivere una lettera in cui si esprimono intenzioni e si immagina un percorso). Non lo abbiamo fatto perché, come ampiamente detto, per farlo occorreva, a nostro giudizio, avere prima il “beneplacito”, almeno informale, di chi avrebbe potuto poi “beneficiare” di quella azione».

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