"Teleriscaldamento, sicuri di volerlo?" Critiche le opposizioni

Perplessi per la scelta tecnica, perplessi per le possibili sovrapposizioni tra incarichi e ruoli presenti e futuri.
I consiglieri comunali di minoranza arcensi (Andrea Ravagni, Bruna Todeschi, Mauro Ottobre, Claudio Del Fabbro, Daniele Braus, Giovanni Rullo e Lorenza Colò) firmano insieme un’interrogazione dedicata alla cessione del metanodotto arcense all’AGS rivana.
«Arco diventa il secondo socio pubblico dopo il Comune di Riva. Il Piano operativo prevede l’avvio dei lavori entro la fine del 2021, con una prima serie di allacciamenti definiti strategici come le zone dell’ospedale e delle Case di cura arcensi. Inoltre, aspetto non trascurabile, l’obiettivo è di assumere un ruolo che conta maggiormente in AGS al fine di attuare interventi infrastrutturali specifici, investimenti sul territorio finalizzati allo sviluppo di energie alternative, diffondendo i servizi a reti tecnologiche.
Si parla quindi che potenzialmente le prime ad allacciarsi potrebbero essere le case di cura. Pensiamo sia una fatalità, ma questo progetto, che non condividiamo visto che numerosi sono i cittadini che a Riva si lamentano del funzionamento del teleriscaldamento, torna alla ribalta proprio nel momento in cui la medesima persona diventerà presidente della “Fondazione Comunità di Arco” e membro del cda di Dolomiti Energia». 

I consiglieri chiedono quindi al sindaco «che interesse ha il comune di Arco ad avere il teleriscaldamento» e se la giunta «è a conoscenza dei disagi che a Riva vi sono per l’utilizzo del medesimo teleriscaldamento», quindi «se la Provincia intende finanziare la costosa opera di scavo». Infine «se non si ravveda un potenziale conflitto di interessi fra l’essere contemporaneamente presidente della Fondazione e membro del cda di Dolomiti Energia».

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