Furti e truffe al «Bike Festival» Bottino da 200mila euro

di Paolo Liserre

Il «Bike Festival» si conferma ancora una volta evento di primissimo livello nell’offerta sportiva e turistica non solo dell’Alto Garda ma di tutto il Trentino. Ma si conferma (purtroppo) anche «terreno prediletto» di ladri e truffatori che sistematicamente fanno razzia di costosissimi esemplari di mountain bike il cui costo viaggia in media (sia chiaro, in media, non valore assoluto) attorno ai 5-6000 euro, a volte di più. Malviventi che di anno in anno affinano le loro «tecniche», riuscendo a raggirare i sistemi di sicurezza e ad ottenere un bottino davvero ragguardevole.

E così accanto ai numeri record in fatto di partecipazioni, atleti e visitatori provenienti da tutto il mondo (nord Europa in primis), la cronaca deve purtroppo registrare altri numeri sicuramente meno piacevoli: quello di furti e biclette sparite, a volte da auto, da hotel, quest’anno molto spesso dagli stessi stand delle aziende che hanno esposto i loro prodotti al Bike Park allestito tra piazzale Filzi, il parcheggio dei Giardini di Porta Orientale e la zona antistante il Palazzo dei Congressi.

I numeri sono consistenti: in quattro giorni, da venerdì a lunedì, Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale hanno registrato la bellezza di 32 denunce di furto per un valore complessivo che sfiora i 200 mila euro. Undici sono state le vittime che si sono rivolte al Commissariato di Riva del Garda, ben 20 le denunce raccolte dalla stazione dei Carabinieri e una, nella giornata di ieri, quella registrata dal comando della Polizia Locale dell’Alto Garda e Ledro. Mountain bike e non solo di ultimissima generazione, molto spesso modelli appena usciti sul mercato.

Come ad esempio i 17 esemplari che hanno preso il volo dagli stand di 5 aziende espositrici (tra cui la famosissima Bianchi), secondo una tecnica particolarmente gettonata in questa edizione del Bike Festival.

Quattro giovani, di fatto una banda specializzata e molto ben organizzata, si sono presentati ai vari stand dov’era possibile testare i nuovi modelli lasciando in «pegno» un documento d’identità. Il fatto è che quei documenti (nel caso specifico di presunti cittadini lituani) alla fine si sono rivelati falsi ma quando i responsabili dei vari stand se ne sono accorti ormai era troppo tardi e le costosissime mountain bike ovviamente erano sparite.

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È successo allo stand della Bianchi, a quello della Ktm e presso altre tre aziende presenti a Riva in questi giorni.

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