Addio a Pino Morghen, Pino della verdura

di Vittorio Colombo

Si chiamava Giuseppe Morghen, classe 1910, ma per tutti, a Riva e in tutta la “Busa” è sempre stato il “Pino della verdura”, personaggio che con un la sua personalità, il suo dinamismo e la simpatia ha segnato diversi decenni della storia locale, in particolare dagli anni Trenta agli anni Sessanta. Il Pino era un vero patriarca, punto di riferimento per la sua famiglia e per la comunità, quella rivana e quella del Rione Degasperi, quartiere dove ha vissuto e dove ieri mattina, nella sua casa di via Pola, circondato dall’affetto dei suoi cari, ha detto addio a questo mondo. Da buon patriarca, con l’orgoglio dei suoi 105 anni, è stato un esempio di longevità. Era il «patriarca» di Riva, il più anziano in assoluto, e il prossimo 10 ottobre avrebbe tagliato un nuovo traguardo: i 106 anni.

Il Pino ha segnato con la sua attività, con la sua personalità forte ed allegra da “qui comando io”, una lunga epopea rivana. Originario della Pasina, è stato il primo vero verduraio-fruttivendolo di Riva. Per trovare le origini del mestiere bisogna risalire agli anni Trenta quando in piazza Erbe aprì un magazzino di verdura, poi il primo vero negozio in viale Prati e, di seguito, il secondo ai giardini Verdi di fronte all’allora stazione delle autocorriere, poi un altro ancora, quello in viale Rovereto che ha fatto furori negli anni Cinquanta e Sessanta. Il Pino non lo potevi mai tenere fermo: doveva andare in giro a fare trafficare, piazzare la merce. Ogni mattina sveglia alle quattro: con il suo camioncino destinazione i mercati ortofrutticoli di Brescia per le operazioni di carico. Quindi, fatto ritorno in “Busa”, le quotidiane operazioni di rifornimento dei sanatori di Arco, delle caserme rivane e di gran parte degli alberghi, soprattutto quelli di viale Rovereto.

L’immagine del «Pino, quel dela verdura», è impressa nel cuore di molti rivani che oggi hanno i capelli grigi per le molte stagioni ormai trascorse dai mai dimenticati anni Sessanta: è l’immagine  di un uomo alto e di un magro scattante, scuro di carnagione, sempre in movimento. Era estroverso, pronto alla battuta, sapeva essere un amico di tutti per quel suo dispensare, con la sua frutta e verdura, buone dosi di ottimismo e di simpatia.
Il “patriarca”si è spento serenamente, nel suo letto; ha chiuso la sua stagione terrena lasciando tanti ricordi e la consapevolezza che con il trascorrere delle stagioni i testimoni della stagione d’oro della rinascita di Riva del dopoguerra, vanno ormai lasciando il campo alla memoria e alla gratitudine. I funerali, occasione per tanti di dire addio ad un autentico personaggio rivano, si terranno domani, venerdì, alle ore 16 nella Chiesa del Rione Degasperi. Con la moglie Ida e i cinque figli (Mauro, Gianantonio, Marta, Rita e Marco) saranno tanti i rivani che vorranno rendere l’ultimo saluto al «patriarca» della città. Che per tantissimi rimarrà sempre il «Pino della verdura»

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