Invasione di olio tunisino. I produttori del Garda sereni

«Saranno penalizzati quelli che costano poco»

Dalla Liguria a Brisighella, dal Garda alla Toscana e Sicilia, le isole felici delle produzione d'olio extravergine a qualità certificata non temono l'invasione d'olio tunisino. «La qualità ci premia, il consumatore che sceglie la Dop sceglie un territorio vocato e una produzione controllata» dicono i produttori delle denominazioni big del made in Italy.

Un ottimismo confermato dai listini: nel 2015, a differenza dell'olio extra vergine nazionale o comunitario, l'andamento dei prezzi delle Dop e IGP ha tenuto meglio dopo l'impennata causata dal 2014. E da un'analisi di Ismea emerge che tra le Dop che viaggiano sopra i 20 euro ci sono Brisighella, Garda e Veneto, mentre il Chianti Classico insieme all'Igp Toscano hanno registrato aumenti di quasi il 50%.

A contenere l'allarme nel comparto olivicolo è Giuseppe Liberatore, presidente di Aicig, l'Associazione italiana Consorzi Indicazioni Geografiche. «La vicenda dell'olio tunisino è intanto un discorso a tempo, durerà due anni - osserva Liberatore - anche se è chiaro che 35 mila tonnellate d'import senza dazio creano un disequilibrio».

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Anche sulle rive del Garda «i produttori non dimostrano alcuna preoccupazione» afferma Laura Turri, vice presidente Consorzio Olio Garda Dop, secondo la quale «il problema riguarderà invece gli oli della fascia di mercato più bassa». 

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