Consumatori contro il primario sotto accusa «Sequestrate i beni di Andrea Stampini»

L’Unione Consumatori del Trentino Alto Adige e del Veneto ha chiesto il sequestro conservativo dei beni di Andrea Stampini, l’ex responsabile del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Riva del Garda (poi a Bassano e a Dolo, in provincia di Venezia) sotto inchiesta per «esercizio abusivo della professione» da parte delle Procure della città lagunare e di Vicenza.

L’istanza, sulla quale nei prossimi giorni dovrà esprimersi il tribunale di Vicenza, è stata depositata ieri mattina presso il commissariato della Polizia di Stato di Bassano del Grappa (dove Stampini vive) dal presidente e coordinatore dell’Unione Consumatori, Antonio Tognoni. L’intento e la richiesta dell’associazione è quella di evitare che Stampini venda tutti i suoi beni materiali (a cominciare dalla casa di Bassano) nella prospettiva di una maxi-causa civile o di dover restituire tutti o in parte gli emolumenti percepiti in 37 anni di lavoro come medico chirurgo ginecologo, cosa che non sarebbe mai stato in quanto mai laureato né tantomeno abilitato come afferma l’Università di Bologna e ribadisce il provvedimento di cancellazione dalle proprie liste assunto dall’Ordine dei Medici di Ferrara alla fine di settembre.

Da un primo sommario conteggio effettuato nei giorni scorsi dai Carabinieri dei Nas di Treviso, la cifra degli stipendi ricevuti in questi anni dalle strutture ospedaliere dove Stampini ha lavorato ammonterebbe a circa 2,5 milioni di euro. E quando dieci giorni or sono la popolare trasmissione di Italia Uno «Le Iene» è riuscita ad agganciare il professionista estense lo ha fatto mentre quest’ultimo usciva proprio da un’agenzia immobiliare di Bassano del Grappa, dove vive ormai da anni.

Nel frattempo la stessa Unione dei Consumatori sta attendendo la trasmissione degli atti da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trento, in primis il provvedimento di assunzione deliberato dall’allora Usl dell’Alto Garda e Ledro nel marzo 1985 e la documentazione presentata a suo tempo dallo stesso Stampini. Dopo un «no» iniziale, ora, almeno verbalmente ma senza alcuna comunicazione scritta almeno fino a ieri, l’Azienda sembra intenzionata a soddisfare la richiesta dell’Unione. Che in caso contrario aveva già preannunciato un ricorso alla magistratura.

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