Cinque milioni per mettere in sicurezza l'area sotto il monte Brione

di Roberto Vivaldelli

Tre milioni e mezzo per la messa in sicurezza del versante orientale e settentrionale del monte Brione. Larga parte di queste risorse dovrà essere impiegata per la realizzazione del vallo-tomo di 800 metri, mentre il costo finale lieviterà a fronte degli espropri che dovranno essere fatti in quell’area, fino ad arrivare a una spesa di circa 5 milioni di euro a carico della provincia.

L’altra sera in consiglio comunale ad Arco, l’assessore provinciale Tiziano Mellarini ha confermato quanto già annunciato nei mesi scorsi dal sindaco Alessandro Betta dopo il completamento dello studio affidato al geologo Claudio Valle: «Quanto fatto dall’amministrazione comunale - ha dichiarato l’assessore in aula - è un modo corretto per pianificare gli interventi di messa in sicurezza del territorio e garantire l’incolumità dei cittadini.Rispetto ad altre regioni limitrofe, la nostra provincia riesce a far fronte alle criticità grazie anche alle risorse ingenti che mettiamo a disposizione. In 5 anni abbiamo speso 50 milioni di euro per interventi di somma urgenza, il che significa 10 milioni di euro all’anno. Questi fondi sono serviti per la manutenzione dei bacini montani, dei torrenti e dei fiumi, e serviranno, in parte per finanziare i futuri interventi sul Brione e per sanare altre situazioni critiche in questo territorio».

La Provincia sta verificando, dal punto di vista tecnico, come intervenire: «Aldilà delle risorse da impiegare - ha spiegato l’assessore - per la realizzazione del vallo-tomo da circa 3 milioni e 500 mila euro, è innanzitutto importante fare tutti gli approfondimenti del caso, siamo nella fase di analisi tecnica. L’intervento di messa in sicurezza del Brione si farà ma a stralci». Il geologo Claudio Valle ha illustrato ai consiglieri i risultati dello studio geomeccanico: «Il mio incarico - ha spiegato - era quello di verificare le criticità del Monte Brione a fronte dei franamenti del marzo 2014. Ho effettuato le analisi in remoto, attraverso uno “scanning” in 3d di tutte le pareti del Brione, in modo da individuare le zone più critiche.

Dopodiché ci sono state 35 calate in parete insieme a due guide alpine». Il monte Brione, a causa della sua struttura e composizione, è destinato a sbriciolarsi lentamente: «È un degrado progressivo - ha spiegato il geologo - sulle situazioni più critiche e potenzialmente pericolose, abbiamo già operato. Il resto lo teniamo monitorato. La soluzione finale sarà quella di realizzare il tomo-vallo nei pressi della strada provinciale, in modo da intercettare tutte le traiettorie dei massi in caduta. Ciò porterà inevitabilmente alla delocalizzazione di alcune strutture e abitazioni oggi presenti».
Il Brione, tuttavia, non è l’unica zona che desta preoccupazione. L’amministrazione comunale, infatti, ha voluto monitorare tutto il territorio, compresa l’area di Prabi e del monte Colodri.

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